Mentre gli analisti si preparavano all'appuntamento di oggi quando Unicredit presenta il suo piano strategico nell'auditorium dell'hotel Landamark nel centro di Londra, nelle sale operative della City i riflettori restavano accesi, ieri, su un'altra banca italiana che si sta giocando il futuro in pochi giorni: il Montepaschi. L'attenzione era per nascita del governo Gentiloni. E per capire dove l'Italia andrà con le sue banche. Se verso un primo pesante bail in, oppure in sicurezza. Tra i due estremi, una serie di sfumature di vario genere che, in ogni caso, prenderanno forma nei prossimi giorni. Qualcosa già da oggi. Perché Unicredit, unica banca italiana di interesse sistemico, ha da mettere in cantiere un super aumento di capitale, sul quale converge l'attenzione di tutto il mondo finanziario.
La Borsa, almeno ieri, è sembrata credere nel lieto fine, con il titolo del Monte che ha chiuso gli scambi in netto rialzo (+3,69% a 20,22 euro per azione). Uno scatto in avanti all'indomani del consiglio di amministrazione che ha riaperto l'operazione di conversione delle obbligazioni subordinate (Lme, Liability management exercise) anche al retail, una platea di 40mila risparmiatori che detiene bond per un ammontare di oltre 2 miliardi. Al momento, però, non è arrivata nessuna indicazione su come l'istituto voglia in pratica riaprire l'offerta.
Con la riapertura dell'Lme, si punta a ricavare tra gli 1 e i 2 miliardi di euro, che sommato al miliardo già raccolto con la prima fase dell'offerta scaduta il 2 dicembre, e il possibile investimento da un miliardo del fondo sovrano del Qatar, abbatterebbe fino a un massimo di due miliardi la cifra da trovare sul mercato per arrivare ai cinque miliardi necessari per mettere in sicurezza l'istituto. Quando però Mps andrà sul mercato, non potrà contare sulla garanzia delle banche del consorzio, che si limiteranno solo a collocare le azioni. Per la riapertura della conversione al retail, si devono prima ottenere, come ha specificato l'istituto, le «necessarie autorizzazioni»: a partire dalla Consob.
Ma per potersi esprimere, la Consob deve aspettare a sua volta che la Bce guidata da Mario Draghi formalizzi la risposta negativa alla richiesta di Mps di ottenere una breve proroga per portare a termine il suo piano. La banca senese ha per il momento inviato alla Consob «soltanto un'informativa preliminare e sommaria», secondo quanto si è appreso da fonti della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas. Le risposte-autorizzazioni di Bce e Consob arriveranno in ogni caso entro domani, quando si riunirà a Siena il board della banca che, se tutto dovesse incastrarsi per il verso giusto, potrebbe decidere di rilanciare l'operazione in modo da chiuderla per il 23 dicembre.
Di sicuro, come ha affermato ieri l'amministrarore delegato di Mps Marco Morelli in un videomessaggio destinato ai dipendenti, «è nostro dovere valutare tutte le strade per verificare se è possibile completare un'operazione di mercato», ma se il piano dovesse saltare «siamo pronti a ricorrere tempestivamente a tutte le misure
possibili per mettere in sicurezza la banca». A partire dal soccorso pubblico, con il ministero dell'Economia che ha fatto sapere che la continuità della banca e il risparmio dei clienti verranno preservati in qualunque scenario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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