Mps verso un aumento da tre miliardi: li mette anche il Tesoro

Il ministero è già azionista e parteciperà. Le sofferenze al fondo Atlante che cerca soci

Monte dei Paschi di Siena
Monte dei Paschi di Siena

La settimana nera delle banche italiane in Borsa si chiude all'insegna dei rimbalzi. Ieri il titolo Mps ha ripreso vigore in Borsa con un +5,4% partecipando al rally di tutti i titoli del settore che ha spinto al rialzo Piazza Affari (il Ftse Mib ha guadagnato quasi il 5%): Carige è balzata dell'8,69%, Intesa del 10%, in gran spolvero anche Banco Popolare (+18%), Bper (+16,19%), Unicredit e Ubi entrambe con rialzi superiori all'8 per cento.

Mentre a Roma, all'assemblea dell'Abi, i vertici di Bankitalia e Tesoro annunciavano che un intervento pubblico sul credito nostrano «non può essere escluso», a Siena le bocche sono rimaste cucite dopo il cda di giovedì. I vertici attendono di ricevere da Francoforte la richiesta definitiva sull'entità di npl (non performing loans, il totale dei crediti da smaltire: i 10 miliardi chiesti alla vigilia del referendum sulla Brexit erano solo il punto di partenza delle trattative. Poi comunicheranno le contromosse.

Ma il disegno per riportare in sicurezza l'istituto di Rocca Salimbeni, secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale, sembra essere già abbozzato. Il futuro del Montepaschi si giocherà in tre mosse: prima lo spostamento sulle spalle di Atlante circa 27 miliardi di sofferenze a un prezzo ovviamente inferiore rispetto a quello valutato in bilancio, poi il lancio di un aumento di capitale attorno ai tre miliardi garantito non dal fondo ma dagli attuali soci della banca, compreso il Tesoro che possiede già il 4% del Monte. E infine, nel primo trimestre del 2017, il matrimonio con un partner italiano o straniero invocato ormai da più di un anno dalla Bce (la promessa sposa, per il mercato, continua ad essere Ubi ma ieri l'ad Victor Massiah ha nuovamente smentito qualsiasi ipotesi di «fidanzamento»). Nel frattempo, il cda potrebbe essere quasi completamente rinnovato, ad eccezione del presidente Massimo Tononi.

Resta da capire dove il fondo capitanato da Alessandro Penati troverà le risorse necessarie a soccorrere i toscani, dopo aver salvato le popolari venete. In cassa sono rimasti 1,7 miliardi cui si potrebbero aggiungere 500 milioni dalla Sga (l'ex bad bank del Banco di Napoli che però è presieduta dal Tesoro) e altri 500 dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Le munizioni mancanti arriverebbero da fondi investimento anche stranieri e casse di previdenza. Comunque da quei soggetti che non hanno aderito al primo «giro» di raccolta fatto da Atlante per venire in soccorso a Pop Vicenza e Veneto Banca.

«Sono certo che Atlante interverrà sulle sofferenze di Monte dei Paschi», ha confermato ieri a margine dell'assemblea dell'Abi, l'ad di Intesa, Carlo Messina, ribadendo però che il gruppo milanese non sarà della partita.

Atlante è stato lodato ieri dal Fondo Monetario Internazionale che, senza citarlo direttamente, nel rapporto della missione annuale di monitoraggio nell'Eurozona sottolinea infatti che «l'esperienza

internazionale suggerisce che compagnie di asset management sostenute dal pubblico e dal privato possono giocare un ruolo nell'attivare il mercato dei crediti deteriorati facilitandone la vendita a investitori specializzati».

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