
Per stare accanto al suo compagno, vittima di un terribile incidente sugli sci che lo ha reso gravemente disabile, aveva abbandonato il lavoro e per 26 anni lo ha assistito con dedizione e amore fino alla sua morte. È la storia dolce e amara di una coppia di Concordia Sagittaria, in provincia di Venezia.
Lui è Luca Romanin, morto sabato all'età di 49 anni. Una vita passata senza riuscire a parlare e con difficoltà a muoversi che si sono fatte sempre più gravi, fino alla fine prematura. Michela Florean, di tre anni più giovane, era al suo fianco. Come sempre da quando aveva 23 anni e ha mollato tutto per dedicare la sua vita a lui. Stavano insieme da poco quando il destino si è messo di traverso, ma stavano pianificando di andare a vivere insieme. E così hanno fatto.
L'incidente fatale avvenne in Alta Badia nel 1999. Romanin era un 26enne pieno di vita e super sportivo. Oltre allo scio, praticava calcio, basket, ciclismo e nuoto subacqueo. Le foto del tempo lo ritraggono atletico e sempre in tenuta sportiva. Anche lei amante dello sport e un lavoro in un negozio sportivo a Caorle (Venezia). La coppia, affiatatissima, era in vacanza quando il giovane cadde rovinosamente sulla pista olimpica della Gran Risa procurandosi un forte trauma cranico. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime. Trasportato con l'elicottero del soccorso sanitario all'ospedale a Bolzano venne subito sottoposto a due interventi chirurgici. In seguito il suo calvario continuò, con ricoveri lunghi due anni tra Bolzano e Udine. Poi il ritorno a casa, per cominciare un nuovo e difficile percorso alle prese con le conseguenze irreversibili riportate nell'incidente. Michela, seppur giovanissima, non si è mai tirata indietro. Lasciò il lavoro per dedicarsi interamente a lui, in un appartamento ricavato all'interno dell'abitazione dei genitori di Luca. Con loro lo ha assistito e aiutato giorno e notte negli esercizi di riabilitazione che purtroppo non hanno cambiato molto la situazione. Fino alla fine.
"Sei di nuovo libero, adesso ritorna a volare in alto", ha scritto in sua memoria su Facebook suo fratello, Marco Romanin, allenatore di basket a Venezia, anche lui sportivo come Luca, con un passato anche da giocatore, in serie A2. "Lo portavo per Concordia - ha raccontato il fratello - andavamo a fare la spesa. I miei figli, suoi nipoti, lo hanno sempre tenuto in altissima considerazione. Michela lo ha accudito con un amore incredibile".
La storia d'amore e di cura è diventata anche una canzone, "Endless love", che è stata composta e viene eseguita dalla band Final Stage, di cui fa parte il nipote di Luca, figlio di Marco Romanin. I funerali sono in programma questa mattina nella cattedrale diocesana di Santo Stefano, a Concordia Sagittaria.Anni impegnativi per Michela, che solo la forza di un amore vero e sincero poteva aiutare ad affrontare.