Non c'è ancora un accordo tra Washington, Mosca e Kiev sulla fine della guerra, e solo ieri Volodymyr Zelensky ha visionato i dettagli del piano di pace emendato degli Usa. Il presidente ucraino nel tour tra Londra, Bruxelles, e oggi Roma, ha incontrato gli alleati europei e spiegato che "esistono visioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina, ma non abbiamo una visione unitaria sul Donbass". Dopo che Donald Trump lo ha criticato dicendosi "deluso" dal fatto che non aveva ancora letto la sua proposta, Zelensky ha detto che alcuni elementi del piano americano richiedono ulteriori discussioni su una serie di "questioni delicate", tra cui le garanzie di sicurezza e il controllo sulle regioni orientali.
Kiev spinge per un accordo separato sulle garanzie di sicurezza, che secondo il presidente funzionano come il meccanismo di mutua difesa della Nato (l'"rticolo 5), e vuole sapere cosa gli alleati occidentali sono disposti a offrire: "C'è una domanda a cui io e tutti gli ucraini vogliamo una risposta: se la Russia dovesse di nuovo scatenare una guerra, cosa faranno i nostri partner?", ha sottolineato in un'intervista a Bloomberg. E sui territori: "Prevediamo di cederli? Non abbiamo alcun diritto legale di farlo, secondo la legge ucraina, la nostra costituzione e il diritto internazionale. E non abbiamo nemmeno alcun diritto morale".
Il premier britannico Keir Starmer ha accolto Zelensky a Downing Street per un incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron, e una fonte informata ha rivelato che il territorio rimane "la questione più problematica" nei colloqui per porre fine al conflitto. Starmer ha insistito sul fatto che non ha intenzione di fare pressioni su Zelensky affinché accetti l'accordo Trump, e ribadito come la "cosa più importante è garantire che, se ci sarà una cessazione delle ostilità, sia giusta e duratura". Dopo gli incontri a Londra, Bruxelles e Roma "avremo la nostra visione comune e sono pronto a volare negli Stati Uniti se il presidente Trump sarà disponibile per questo incontro", ha precisato da parte sua il leader di Kiev: "Stiamo parlando con gli Usa, è un lavoro costruttivo. Ma ci sono questioni che riguardano l'Europa, e non possiamo decidere per l'Europa. Dobbiamo discutere con loro dell'adesione dell'Ucraina all'Ue, che rientra anche nelle garanzie di sicurezza". "Ci sono questioni difficili nei colloqui, soprattutto per quanto riguarda il territorio, e questo richiede lavoro - ha spiegato ancora - Non può essere fatto per telefono ma di persona, e deve esaminare tutte le bozze dei documenti, ce n'è più di una". Zelensky prima del vertice a Downing Street ha definito "molto importante l'unità tra Europa, Ucraina e Stati Uniti": "Ci sono cose che non possiamo gestire senza gli americani e cose che non possiamo gestire senza l'Europa".
Nella capitale britannica, Zelensky ha visto pure il suo massimo funzionario per la sicurezza Rustem Umerov che ha incontrato gli inviati del presidente Usa, Steve Witkoff e Jared Kushner, nei giorni scorsi. Secondo fonti informate, prima di ieri non aveva ancora visionato i nuovi emendamenti al piano di pace a causa del rischio di intercettazioni, e Umerov glieli ha mostrati a Londra, spiegando i dettagli solo di persona. Proprio questo aspetto ha fatto storcere il naso all'inquilino della Casa Bianca. "Stiamo parlando con Vladimir Putin e con i leader ucraini. Devo dire che sono un po' deluso che Zelensky non abbia ancora letto la proposta. Credo la Russia sia d'accordo, non sono sicuro che Zelensky sia d'accordo, ai suoi piace", ha risposto Trump a chi gli chiedeva degli ultimi sviluppi nelle trattative per la pace. Mentre Umerov ha riferito di aver "lavorato per diversi giorni negli Stati Uniti insieme ad Andrii Hnatov con i rappresentanti del presidente Trump. Sono grato per il lavoro costruttivo.
Il compito principale del team ucraino era ottenere dalla parte Usa informazioni complete sul loro colloquio a Mosca e tutte le bozze delle proposte attuali, al fine di discuterle in dettaglio con Zelensky". "Insieme a tutti i partner, dobbiamo fare il possibile per una conclusione dignitosa di questa guerra", ha concluso, assicurando che stiamo "lavorando il più intensamente possibile".