Cronaca locale

Nadia e Laura, vicine di letto carbonizzate nella stanza 605

Le due donne avevano 69 e 86 anni. Uccise dal fumo le altre 4 vittime. L'attesa dei parenti per avere notizie

Nadia e Laura, vicine di letto carbonizzate nella stanza 605

Ascolta ora: "Nadia e Laura, vicine di letto carbonizzate nella stanza 605"

Nadia e Laura, vicine di letto carbonizzate nella stanza 605

00:00 / 00:00
100 %

Quando finalmente è arrivato il loro turno e la domanda per entrare in Rsa è stata accettata, molte di loro si sono sentite sollevate. In fondo non era male avere un'amica con cui chiacchierare in stanza e un po' di aiuto per alzarsi, mangiare e lavarsi. Mai, mai, avrebbero potuto immaginare un epilogo del genere. Sapevano che avrebbero passato gli ultimi giorni della loro vita in quell'istituto ma come fai a pensare di morire carbonizzato nel letto. Proprio nel luogo che ti deve proteggere.

L'incendio è divampato nella stanza 605 del nucleo 6 della casa di riposo. E ha colto nel sonno Nadia Rossi, milanese di 69 anni, e Laura Blasek, 86 anni e originaria di Roma, vicine di letto, che non hanno potuto reagire in alcun modo e sono state divorate dal rogo.

Il fumo che ha invaso il corridoio e le altre camere ha poi ucciso altre quattro persone: si tratta di Paola Castoldi, 75 anni di Milano, Loredana Labate, 84 anni, Anna Garzia, 85 anni, e Mikhail Duci, 73 anni.

I loro nomi sono stati identificati incrociando i nominativi degli ospiti della residenza per anziani e quelli degli oltre 80 ricoverati in 15 diversi ospedali di Milano.

Prima di diffondere le loro generalità, la questura si è accertata di aver informato tutti i familiari in modo che nessuno potesse venire a saperlo direttamente dai giornali. Tuttavia in un caso non è stato possibile rintracciare nessuno, perché l'ospite risultava sola.

Il bilancio è tragico ma sono tutti consapevoli che poteva essere ancor più impietoso. Degli 80 pazienti ricoverati in ospedale, due sono stati trasportati in codice rosso (uno al Policlinico, l'altro al San Raffaele). Gli altri sono in cura negli altri ospedali di Milano e della zona. Qualcuno ha avuto i riflessi pronti e non appena ha sentito le urla e l'odore del fumo ha spaccato il vetri delle finestre o ha inzuppato d'acqua gli asciugamani per farli mettere davanti alla bocca degli amici. E probabilmente ha salvato la vita a qualcuno di loro.

I familiari degli anziani della Casa dei coniugi, allarmati dalle notizie sull'incendio, ieri mattina si sono precipitati davanti alla struttura, transennata, e un addetto si è avvicinato loro prendendo i nomi e appuntandoli su un registro. Quindi, dopo aver chiesto informazioni all'interno, l'addetto è uscito per riferire le condizioni dei parenti, uno per uno. Quando ha riferito che le condizioni sono buone, i familiari sono andati via visibilmente sollevati, come è successo a padre e figlia arrivati insieme davanti alla struttura del quartiere Corvetto. A loro è stato spiegato che saranno avvertiti quando potranno vedere la loro parente. Al momento è vietato entrare e gli ospiti sono stati trasferiti per ragioni di sicurezza. Oggi alle 17,30 nella chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita, in piazza Gabriele Rosa, l'arcivescovo Mario Delpini presiederà la recita di un rosario per le vittime.

Sarà il momento del dolore. Di un dolore cumulato a un'altra sofferenza. La casa di riposo durante la pandemia ha perso 50 ospiti, uccisi dal virus. E ora si trova a rivivere un nuovo incubo. Che per alcuni poteva anche essere evitato. L'incidente è lo spunto per tornare a chiedere il censimento prima e la riforma poi per le Rsa.

Ma il dibattito verrà rimandato dopo i funerali dopo le lacrime.

Quando anche gli altri ospiti torneranno alla loro tiepida quotidianità.

Commenti