Nanni Moretti dai tempi di Ecce Bombo ha cadenzato le stagioni della politica. Dalle sedute di autocoscienza dedicate "ai compagni" dei suoi primi film all'ossessione per "il caimano", dall'invettiva di piazza Navona contro i dirigenti della sinistra considerati una mezza condanna alla finta locandina affissa al Nuovo Sacher (la sua sala cinematografica) dal titolo "la premier urla" sulla fenomenologia Meloni. Elly Schlein per alcuni versi è figlia e prodotto della narrazione morettiana. Tante puntate con una domanda orfana di una risposta, quella che si pone il protagonista di Ecce Bombo, Michele Apicella: "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo per niente?".
Un dilemma morettiano che paradossalmente la stessa Meloni ha riproposto ieri a proposito della scelta di Elly di disertare la kermesse di Atreju. Ebbene, dopo 47 anni il dilemma che tormentava Michele ha avuto una risposta: meglio esserci. Come diceva Nerine la protagonista della commedia l'"obstacle imprévu": "les absents ont toujours tort", gli assenti hanno sempre torto. Perché si può essere presenti in tanti modi: puoi indossare i panni dell'imprevedibile come Giuseppe Conte che ospite del campo nemico ha freddato mezzo Pd constatando che la coalizione progressista ancora non c'è; o puoi fare la parte del leone come Matteo Renzi che si è battuto contro quattro avversari sul palco di Atreju fino a quando Guido Crosetto nei panni di Shrek, l'orco buono, non lo ha sollevato di peso per portarlo fuori.
Nella società dello spettacolo si possono usare più ruoli per fare notizia ma il meno mediatico è tirarsi fuori. Certo Giorgia in ossequio a mamma Anna che l'avrebbe voluta Papa, aveva tirato uno scherzo da prete ad Elly invitandola insieme a Conte per dimostrare che la leadership del campo largo "non è una ma bina". Ma alle punzecchiature si risponde rilanciando, aumentando la posta in palio. Elly avrebbe potuto rendergli pan per focaccia proponendo a Giorgia un trio con Salvini in doposcì improvvisando una festa dell'Unità sulla neve, o chiederle di presenziare la manifestazione per l'Ucraina proposta da Filippo Sensi per vedere se la premier avrebbe risposto sì senza la benedizione dell'amico Donald. La Schlein ha scelto invece l'opzione peggiore quella di dare forfait, perché nella civiltà della comunicazione c'è subito qualcuno che ti ruba il posto, che occupa il tuo spazio. Ma ha fatto anche di peggio.
Magari Atreju sarà diventata una mezza sagra di paese all'insegna del nazionalpopolare ma controbilanciarla sul piano mediatico con l'assemblea nazionale del Pd che si riunisce una volta l'anno nel chiuso di un teatro, ripetendo vecchi riti ormai privi di solennità e di charme (hanno partecipato in 265 su 978 membri) è un mezzo suicidio. Mi sbaglierò ma se le elezioni andranno male sullo schermo del Nuovo Sacher apparirà il trailer di un nuovo j'accuse morettiano contro l'imputata Elly.