Il Natale senzadio di Pisapia che tutte le feste si porta via

Niente presepe in Comune, via la mostra dal Duomo, concerti jazz per l'Avvento. Pure il sindaco di Milano vuol trasformare il 25 dicembre in un giorno qualunque

Il Natale senzadio di Pisapia  che tutte le feste si porta via

Non solo Rozzano. Anche nella Milano di Giuliano Pisapia il Natale religioso sembra non andare più tanto di moda ormai. Questa almeno è l'idea che si è fatta l'opposizione, che sta dando battaglia anche sulle celebrazioni messe in cantiere per le festività ormai imminenti. Niente presepe in Comune, concerti jazz per l'apertura dell'Avvento, rassegne di eventi intitolate al «Biancoinverno», iniziative dedicate al «Natale Migrante» in zona 6. Sono le scelte che, per il centrodestra, fanno di Milano il centro di una mappa del Natale laico, la capitale del politicamente corretto. In mezza Italia si moltiplicano ormai i casi di Natale «senza Natale», in cui vengono nascosti i simboli tradizionali di una festa religiosa e popolare insieme. La vicenda di Rozzano, importante Comune dell'hinterland, è solo il più eclatante fra gli episodi in cui scoppiano polemiche per i passi indietro (piccoli e grandi) che vengono decisi in ossequio a una malintesa idea di «rispetto» delle altre fedi (che spesso non li chiedono affatto) o in omaggio a un ideale astratto di laicità che vuole ridurre la religione e la fede a mero fatto della sfera privata. Difficile farlo nella città di Sant'Ambrogio, cuore di una delle diocesi più grandi e devote del mondo, una terra che ancora pochi anni fa contava quasi quattro milioni di battezzati su 4 milioni e mezzo di abitanti e che vanta mirabili esempi di arte religiosa, fra cui ovviamente il duomo con la sua Madonnina, simbolo della città che veglia sui milanesi (anche nel sito Expo, oltre che dal tetto della città, con le sue copie). Eppure di «deriva anti-natalizia» parla l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, oggi vicepresidente del Consiglio comunale. A De Corato, per esempio, non va giù che l'Avvento sia stato «inaugurato col jazz» e trasformato «in un semplice momento di festa senza radici e tradizioni». L'esponente di Fratelli d'Italia, che è anche capogruppo in Regione Lombardia, è convinto che il caso di Milano sia addirittura «cento volte peggiore» della vicenda, così discussa, di Rozzano. «Non si è più realizzato il tradizionale presepe artigiano allestito nel chiostro di Palazzo Marino - ricorda - è sparita dalla piazza del Duomo la mostra presepi, erano comparsi quattro anni fa in alcune strade milanesi alberi addobbati in modo blasfemo». «Il Bianco Natale di Milano è stato trasformato in un Biancoinverno» - prosegue - e «il Comune ha sempre smentito direttive sul divieto di addobbi natalizi nelle scuole ma, a microfoni spenti e lontano dai timbri ufficiali, ha fatto sapere che non gradiva i tradizionali riferimenti al Natale».A Palazzo Marino il sindaco non commenta le critiche. Smorza le polemiche l'assessore Chiara Bisconti, che segue l'organizzazione degli eventi di questo BiancoInverno, che fa il paio con le iniziative della «Verdestate»: «Stiamo per rendere pubblico il programma di BiancoInverno - spiega - e ci saranno tantissimi riferimenti diversi, con componenti laiche e religiose. Ci sono molti momenti per celebrare il Natale, anche secondo le nostre tradizioni. A De Corato dico di guardare il programma e sarà soddisfatto».

Non molto soddisfatto, intanto, è il «L'intraprendente», giornale d'opinione del Nord, che è andato a scovare, dentro questo Bianco Inverno, il «Natale migrante» del municipio 6, «un palinsesto di iniziative basate sulla retorica dell'accoglienza - scrive - in cui canti cristiani conviveranno con musiche di altre fedi e tradizioni. Con tanti saluti al significato del 25 dicembre».

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