Una mossa così non si vedeva dal 2018, anno dell'avvelenamento di Salisbury, quando una serie di «espulsioni senza precedenti» in vari Paesi alleati seguì al tentato avvelenamento dell'ex agente segreto russo Sergej Skripal e della figlia Yulia con l'agente nervino novichock nel Regno Unito. Allora la Nato cacciò sette diplomatici, stavolta ritira l'accredito a otto diplomatici russi presso l'Alleanza atlantica, con una mossa che finisce per dimezzare la missione diplomatica di Mosca e anche di rinfocolare i timori che la Russia rappresenti una minaccia per gli alleati.
L'accusa, d'altra parte, è pesantissima, svelata da una fonte ufficiale Nato, che ha parlato sotto anonimato: agli otto diplomatici viene imputato di essere «agenti dell'intelligence non dichiarati». E tra le attività ostili citate non c'è solo lo «spionaggio» ma figurano anche «omicidi». «In risposta a sospette attività maligne russe» - ha spiegato la fonte - agli otto diplomatici «sarà chiesto di andarsene».
Il numero del personale diplomatico russo accreditato alla Nato scenderebbe a questo punto da 20 a 10 dopo la decisione, presa martedì da tutti e 30 gli Stati membri, di cancellare del tutto la posizione degli otto diplomatici e di altri due i cui ruoli erano rimasti vacanti. Le presunti spie lasceranno Bruxelles, sede Nato, a fine mese.
Questa volta all'origine della dura decisione ci sarebbero le rivelazioni, che risalgano ad aprile, sul sospetto coinvolgimento russo in un'esplosione del 2014 in un deposito che custodiva 50 tonnellate di munizioni nella città di Vrbetice, Repubblica ceca, e che provocò due morti. «La politica della Nato nei confronti della Russia rimane coerente - ha affermato il funzionario dell'Alleanza atlantica - Abbiamo rafforzato la nostra deterrenza e difesa in risposta alle azioni aggressive della Russia, mentre allo stesso tempo rimaniamo aperti a un dialogo significativo». Ma è evidente che la mossa dell'Alleanza Atlantica non va verso una distensione, in un momento complesso per la Nato, dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di spostare la loro attenzione sull'Asia, tanto che ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha invitato «l'Unione europea, e in particolare gli Stati membri della Nato, a fare una riflessione seria e rapida per reagire allo spostamento di attenzione delle scelte dei maggiori attori globali». L'obiettivo politico è «contribuire a guidare le scelte» ed «evitare di risultare marginali».
L'Alleanza atlantica intanto «ha proposto un nuovo incontro del Consiglio Nato-Russia oltre 18 mesi fa e quella proposta rimane. La palla è in campo russo», dice la fonte Nato. Ma la partita si scalda proprio mentre a Londra Scotland Yard ha incriminato un terzo ex agente del Gru, i servizi segreti militari russi, per il tentato omicidio di Skripal.
Denis Sergeev, sotto copertura Sergey Fedotov, faceva parte dell'unità 29155, legata all'esplosione in Repubblica ceca. Da Mosca Leonid Slutsky, ex presidente della Commissione Affari Esteri, parla di accuse vuote e assicura: la Russia risponderà «in modo adeguato ma non necessariamente simmetrico».
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