
Ieri la riunione dei ministri della Difesa della Nato, domani il vertice alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky. Mentre l'Europa lima i dettagli per la protezione del fianco Est. Forse non saranno le 48 ore decisive per il conflitto in Ucraina ma di certo saranno molto molto importanti per capire cosa accadrà nel breve periodo. "È giunto il momento che tutti i Paesi della Nato aiutino Kiev e traducano le parole in azioni concrete sotto forma di investimenti: tutti i Paesi seduti a questo tavolo, senza scrocconi", ha detto il capo del Pentagono Hesgeth alla riunione dei ministri della Difesa, lanciando un messaggio che sa di monito a tutti. Gli stati Uniti ci sono, come dimostra l'attivismo di Trump, ma non vogliono più mettere mano al portafoglio.
"Sono molto deluso da Vladimir Putin, non so perché continui la guerra", ha ribadito il presidente americano Trump alla viglia di un meeting con Zelensky che definisce un "incontro interessante" che per il leader di Kiev"Può avvicinare la fine della guerra". Secondo quanto trapela da funzionari della Casa Bianca, Trump è "ottimista" di poter raggiungere un accordo di pace in Ucraina, dopo quello in Medioriente. Sul tavolo la fornitura di missili a lungo raggio Tomahawk ("Zelensky li vuole? Noi ne abbiamo tanti...", ha detto Trump) ma anche altri sistemi di difesa aerea oltre una possibile cooperazione nella produzione di droni. "Se c'è qualcosa che abbiamo imparato sotto la presidenza Trump è l'applicazione attiva della pace attraverso la forza: ottieni la pace quando sei forte", ha ribadito Hegseth a Bruxelles. Ma la possibile consegna di missili Tomahawk a Kiev è fuomo negli occhi per Mosca. "Si tratta di un passo molto pericoloso. Partiamo dal presupposto che ci siano persone intelligenti ed esperte che capiscono tutto perfettamente, perché questo sposterà la situazione su un terreno completamente diverso. Comporterebbe anche una pericolosa escalation delle relazioni tra Russia e Stati Uniti", ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov.
Da Bruxelles, il segretario generale della Nato Mark Rutte parla di vertice molto positivo. "L'Alleanza lavora affinché tutti gli Alleati, così come i partner al di fuori della Nato, forniscano a Kiev tutto il supporto possibile, sia in termini di sistemi di difesa aerea letali e non letali, sia di altre capacità critiche necessarie sul campo", ha detto Rutte. "Abbiamo iniziato con sei alleati che hanno finanziato i primi pacchetti Purl, e oggi alleati si sono fatti avanti con nuovi contributi. Più della metà degli alleati della Nato ha ora aderito, garantendo questo flusso cruciale di supporto per l'Ucraina", ha aggiunto. Riguardo ai missili Tomahawk a Kiev, Rutte ha chiarito che spetta agli stati Uniti la decisione ma "siamo molto contenti che l'incontro avvenga". Idee più chiare sull'asse con l'Ue per la Difesa. "Ue e Nato stanno lavorando fianco a fianco, a stretto contatto, ed entrambe conosciamo la nostra forza", confermando che l'abbattimento dei droni russi che invadono lo spazio aereo non è un dogma ma dipende da caso a caso.
Comunque L'Europa sta premendo per avere il nuovo sistema di difesa anti-droni completato ed operativo entro la fine del 2027 accelerando quindi i tempi che prevedevano una protezione completa non prima del 2030. "Il muro dei droni" secondo fonti europee potrebbe iniziare a funzionare già entro la fine del 2026 ed essere poi completamente operativo entro la fine dell'anno seguente. Il progetto di rafforzare la difesa dei Paesi del fianco Est è stato allargato e sembra aver incontrato il favore della stragrande maggioranza dei 27. Non solo. Berlino ha fatto sapere che ci saranno anche caccia tedeschi di stanza in Polonia per proteggere il fianco orientale della Nato. "Contribuiremo alla protezione del fianco orientale con voli di pattugliamento", ha dichiarato il ministro Pistorius confermando investimenti per 9 miliardi di euro.
Dopo che la missione Nato è partita in settembre, sono in molti nell'Alleanza a volere una presenza ancora più forte per fronteggiare la minaccia russa. Nella speranza che dopo Gaza l'interventismo di Trump possa servire a chiudere le discussioni (e le minacce) anche in Ucraina.