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Navalny, l'Ue minaccia sanzioni contro Putin. Borrell vola a Mosca: "Arresto inaccettabile"

La missione dell'Alto rappresentante di Bruxelles. Già pronti nuovi cortei

Navalny, l'Ue minaccia sanzioni contro Putin. Borrell vola a Mosca: "Arresto inaccettabile"

A inizio febbraio l'alto rappresentante per gli affari Esteri, Josep Borrell, volerà a Mosca per incontrare il ministro russo Sergey Lavrov. É quanto emerso ieri a Bruxelles nel corso della riunione tra i 27 rappresentanti dei dicasteri della diplomazia europea. Per buona parte del summit si è discusso di quanto sta accadendo in Russia dopo l'arresto del dissidente Alexei Navalny, la cui detenzione ha scatenato una protesta senza precedenti in tutto il Paese. Borrell ha parlato di «situazione completamente inaccettabile. Non abbiamo ancora individuato sanzioni concrete nei confronti di Mosca, ma siamo pronti a reagire dopo le immagini che abbiamo visto in televisione e l'arresto di più di 3mila persone». L'Ue, con in testa il gruppo dei paesi baltici, storici avversari dell'Unione sovietica prima e della Russia oggi, ha condannato le detenzioni di massa, e la brutalità della polizia durante lo scorso fine settimana, chiedendo alla Russia il rilascio di Navalny e di tutte le persone fermate nel corso delle manifestazioni di piazza. La riunione di Bruxelles ha vissuto qualche momento di scontro dialettico, soprattutto quando la Polonia, rappresentata dal ministro Rau, ha chiesto a Borrell di non incontrare Lavrov, ma di continuare a trattare a oltranza per individuare immediate sanzioni. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il ministro francese Le Drian che ha descritto gli arresti di sabato scorso come «affronto intollerabile e una preoccupante scivolata verso l'autoritarismo». Si tratta di una situazione estremamente delicata, soprattutto alla luce degli interessi (gas e da qualche giorno anche il vaccino Sputnik) che intercorrono tra l'ex orso sovietico e buona parte dell'Europa dei ventisette.

Dal Cremlino non è arrivata una replica sulle possibili sanzioni Ue, ma questa volta è tornato a parlare Putin. Il presidente russo non ha rilasciato dichiarazioni sulle proteste di piazza, ma ha voluto precisare in merito allo scoop di Navalny sulla villa-gioiello di Ghelendzhik (Mar Nero). Una reggia valutata un miliardo di dollari e che, a detta del dissidente, Putin avrebbe comprato con soldi provenienti da tangenti. Putin ha respinto le accuse al mittente, definendo il video, visto quasi da 80 milioni di persone, «noioso e costruito ad arte per screditarmi. Quella villa non appartiene a me, così come non appartiene ai miei parenti. Se Navalny è così bravo si informi sul nome del proprietario e lo riveli alla stampa». Il dissidente, in serata, ha risposto per le rime affermando che «la residenza appartiene formalmente a quattro procuratori, ma sono delle teste di legno. Tutti hanno legami con gli amici intimi di Putin e con gli organi ufficiali di sicurezza dello stato».

La situazione in Russia è ben lontana dal tornare alla normalità, dato che proprio ieri i leader del movimento di Navalny hanno chiamato la cittadinanza russa a nuove proteste, previste per domenica 31 gennaio.

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