Nell'Ue arrestati 3mila estremisti in cinque anni: ecco gli attacchi che gli 007 hanno sventato

Nell'Ue arrestati 3mila estremisti in cinque anni: ecco gli attacchi che gli 007 hanno sventato

L'ultima violenza jihadista in Italia è stata segnalata giovedì, nell'ala di massima sicurezza del carcere di Sassari. Uno dei terroristi reclusi ha aggredito un agente di custodia ferendolo ad un occhio. A parte i quasi 400 radicalizzati dietro le sbarre sono 70-80 i potenziali terroristi di matrice islamica in Italia. Una lista di sorvegliati di primo livello, che in gergo vengono chiamati «attenzionati». Gli estremisti con pericolosità minore, sul territorio nazionale, sarebbero un migliaio. Impossibile controllarli tutti di continuo, 24 ore al giorno.

Fino al dicembre dello scorso anno erano rientrati in Europa dai campi di battaglia del Medio Oriente, 28 volontari della guerra santa partiti dal nostro paese. Solo una dozzina sono tornati in Italia. L'ultimo è Samir Bougana, cittadino italiano di origine marocchina, trasferito nel carcere di Brescia grazie a un'operazione speciale dell'antiterrorismo, che è andato a prenderselo nel nord est della Siria dov'era prigioniero dei curdi. Il terrorismo jihadista in Europa ogni tanto scompare e poi riaffiora come un fiume carico, ma la minaccia non è mai morta. Dal 2014, quando venne proclamato il Califfato, alla fine dello scorso anno sono finiti in manette nei paesi Ue ben 3016 sospetti jihadisti. Il picco più alto in Francia con 237 arresti e in Italia sono stati fermati una quarantina di terroristi. Gli attentati continuano e nel 2018 si sono verificati 7 attacchi in Europa, che hanno provocato 13 morti e 46 feriti. Uno l'hanno sventato mentre era in corso in Spagna e altri 16 sono stati scoperti prima che scattasse l'operazione.

Secondo il rapporto Europol 2019, «Francia, Germania e Italia hanno sventato un complotto del terrore che prevedeva l'utilizzo di armi chimiche e biologiche». Nell'ottobre dello scorso anno è stata scoperta una «rete» composta da 25 detenuti in 17 differenti carceri spagnole, che in parte si erano radicalizzati dietro le sbarre.

Il vero problema è l'enorme bacino di estremisti islamici, che potrebbero essere in grado di compiere un attentato, come il pachistano in libertà vigilata del ponte di Londra. L'antiterrorismo francese ha le schede di 10.500 sospetti jihadisti, le famose Fiche S. La stragrande maggioranza degli attentatori passati all'azione negli ultimi anni erano schedati nelle Fiche S . L'intelligence e l'antiterrorismo reputa, a seconda dei periodi, che i terroristi effettivamente pronti a colpire sul suolo francese «sono fra i 400 e 500». E gli elementi pericolosi almeno 3mila.

La Germania ha una lista di 1100 sospetti e le autorità tedesche sono riuscite a sventare una dozzina di attentati, in gran parte orditi da immigrati o jihadisti che avevano ottenuto il permesso d'asilo. L'ultimo raid, del 12 novembre, ha sgominato una cellula legata all'Isis a Francoforte, che voleva mettere in atto un piano devastante con armi da fuoco ed esplosivi. Il leader è un giovane di 24 anni, cittadino tedesco, ma originario del nord della Macedonia, la zona albanese confinante con il Kosovo.

L'Inghilterra, invece, dal 2017 avrebbe sventato una media di un attacco del terrore al mese e sarebbero 450 i sospettati sotto sorveglianza a rotazione.

Non c'è ancora stato il temuto effetto valanga dei rientri dal Medio Oriente, dopo la sconfitta territoriale dell'Isis. Da una parte perché i curdi tengono ancora prigionieri migliaia di foreign fighters compresi alcuni jihadisti italiani. E la Turchia, grande hub dei volontari del Califfo, sta cominciando adesso a minacciare di rimandarli a casa loro in Europa.

La media dei rientri per Francia, Belgio, Austria e Finlandia e pure l'Italia varia fra il 20% e 30% di quelli che sono partiti per combattere con le formazioni della guerra santa. Il picco si registra in Germania e Inghilterra con ritorni fra il 33% e il 45%.

Il rapporto Europol denuncia che nel 2018 «jhiadisti collegati alle costole dello Stato islamico in Siria, Iraq e radicali (islamici nda) dell'ambiente libico hanno raggiunto le coste italiane infiltrandosi nelle rotte dell'immigrazione irregolare».

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