Cronaca locale

Neonato abbandonato. A Milano tre in 8 mesi

La cesta sulla porta di una casa popolare. Il biglietto in arabo: "Mamma morta di parto, non posso tenerlo"

Neonato abbandonato. A Milano tre in 8 mesi

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Era dentro una cesta, uno scricciolino di forse un mese tutto rinvoltato dentro a una copertina. E accanto, tra le pieghe di quel piccolo plaid, un bigliettino, scritto in arabo: «Abito qui vicino ma non mi conoscete. La mamma è morta di parto e io non mi posso occupare di lui». Lo ha trovato così, Gamal Ghobrial, 53enne egiziano. Lo ha trovato ieri, nel pomeriggio, sullo zerbino della sua casa al primo piano della scala H nell'androne di un palazzo di via degli Apuli al Giambellino, quartiere di case popolari della periferia milanese. Erano le 16,20. Stava uscendo, ma quando ha aperto la porta si è ritrovato davanti, laggiù, davanti ai piedi sullo zerbino grigio quel fagottino. Un neonato ma non un bambino appena nato, come sarà stabilito più tardi dai medici. Un mese, forse qualcosa di più. «Non piangeva, era calmissimo», racconterà dopo Gamal che lo ha preso in braccio e ha immediatamente chiamato il 112.

Il piccolo è stato trasportato alla clinica De Marchi per gli accertamenti. Da prassi l'ospedale ha segnalato l'arrivo al pm di turno, che è subentrato come tutore legale. I medici hanno sottoposto il bebè a tutti gli esami e gli accertamenti del caso. Dai primi controlli le sue condizioni di salute sembravano buone. Ora i carabinieri stanno cercando i genitori, anzi lui, il padre che secondo quanto riporta il biglietto non se la sarebbe più sentita di tenere quel bambino dopo la scomparsa della moglie. È possibile che non sia stato riconosciuto quando è nato. Per legge entro dieci giorni dalla nascita il bambino deve essere infatti registrato. E sempre per legge entro i primi dieci giorni è possibile disconoscere il figlio, affidarlo ad una struttura senza incorrere in alcun reato. Se il piccolo non fosse stato registrato, dovrà essere l'ufficiale di Stato Civile ora ad attribuirgli un'identità. Dargli un nome che per il momento non ha.

Solo qualche mese fa, la domenica di Pasqua 2023 un altro bimbo era stato abbandonato. Ma lui era stato lasciato nella Culla per la vita della Mangiagalli di Milano. Ma aveva un nome, scritto in un biglietto. «Mi chiamo Enea, sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile». A maggio è stato adottato da una coppia lombarda. Sempre ad aprile, un altro tragico abbandono sempre a Milano. Il corpo senza vita di una neonata era stato trovato in un cassonetto della Caritas nel quartiere di Città Studi. L'aveva trovata sul ripiano girevole di metallo, un pensionato che stava lasciando una busta con degli abiti usati.

Aveva notato una manina che sporgeva da un fagotto, l'ha presa pensando fosse una bambola.

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