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"Nessuno vuole vedere mafiosi in libertà. Ma questo esecutivo è ostaggio delle toghe"

Il penalista: "Bisogna trovare un equilibrio ma il piano carceri è disatteso"

"Nessuno vuole vedere mafiosi in libertà. Ma questo esecutivo è ostaggio delle toghe"

Una giustizia ingessata dalle mancate scelte di un governo debole: è questo lo scenario raccontato dall'avvocato Giulio Gasparro, noto penalista romano. «Questo è un esecutivo populista - spiega Gasparro - che sbandiera uccisioni e morti per fomentare la folla e prenderla in giro. I problemi sono precedenti, ma loro li stanno aggravando tantissimo e non hanno la volontà di andare a riparare le problematiche». Ogni anno i fondi per il settore giustizia diminuiscono gradualmente. «Partendo dal fatto - chiarisce - che si tratta di una situazione di base, portata avanti anche dai governi passati, va però detto che l'attuale esecutivo ha finito di stravolgere la situazione». Un esempio? La questione dei cancellieri dei tribunali, pagati poco più di un metalmeccanico. «Mentre - prosegue l'avvocato - i funzionari di cancelleria prendono poco di più, ma hanno due rientri settimanali. Lo Stato gli fa fare due lavori, ma gli straordinari non vengono pagati». Stessa cosa per i vice procuratori onorari. «In capo a un mese - prosegue - seguono 240 processi per 800 euro. I precedenti governi avevano detto che li avrebbero stabilizzati. L'attuale ha messo tutto nel dimenticatoio». Per Gasparro «questo è un governo molto debole perché non ha gente preparata e si lascia tirare la giacchetta dall'interlocutore più forte che è la magistratura. Quando la magistratura alza la voce il governo si mette prono, come è successo per la prescrizione che è una follia storica totalmente fatta dall'esecutivo Conte» e sotto il Guardasigilli Bonafede.

Per la questione degli scarcerati col 41 bis Gasparro usa l'esempio del «bambino che fa la cavolata e si scusa col genitore. Non mi pare una grande idea quella - dice - di affidarsi alle procure antimafia. È sbagliato concettualmente, perché è come si dovesse riparare un danno che hai fatto al Paese e non alla Direzione distrettuale nazionale antimafia. Questo toglie potere ai giudici e sbilancia da una parte. Se tu alla pubblica accusa fai decidere ed esprimere parere vincolante significa che non siamo in democrazia». A mio parere - dice - sono degli sprovveduti che vengono manipolati da qualcuno che non lo è. L'Associazione nazionale magistrati è il soggetto forte. Ma non dobbiamo far sì che vinca il più forte, altrimenti siamo in dittatura».

Per Gasparro «nessuno di noi credo voglia che mafiosi conclamati vadano girando per il Paese, però non puoi neanche fregartene e far morire i malati in carcere. Bisogna trovare l'equilibrio che stava nel piano carceri di cui questo governo si è completamente fregato. A questo punto - prosegue - mi devi fare l'amnistia e l'indulto». Quello che il legale chiama il «portavoce occulto» del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, andava gridando nelle piazze «mai amnistia». «Ma mi chiedo - continua - che c'entri con i 41 bis, con i carcerati per rapina o omicidio, visto che l'amnistia riguarda condannati con pena massima fino a 4 anni e l'indulto i reati medio gravi». E prosegue: «Sul ministro Bonafede posso solo dire che ormai si è lasciato sfuggire totalmente la situazione di mano e non ha le spalle forti per reggerne una fuori controllo». Per la situazione legata al Covid-19 si sta esponendo il Paese a una serie di rischi. «Hanno congelato i termini di custodia cautelare e prescrizione e questo comporterà l'appesantire ulteriormente le aule giudiziarie, a meno che non si decida per processi veloci alla Ceaucescu.

E il problema è che quando qualcuno avrà il coraggio di portare la questione in Corte Costituzionale, questi signori saranno a casa da un pezzo».

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