Multe fino a mille dollari per chi a New York City non rispetta l'obbligo di vaccino anti morbillo. Il sindaco della città, Bill de Blasio, ha dichiarato una emergenza sanitaria in parti di Williamsburg, il quartiere di Brooklyn dove si concentra la comunità degli ebrei ortodossi.
Il primo cittadino ha reso obbligatorio il vaccino anche contro la parotite e la rosolia. «Il morbillo è una malattia pericolosa, potenzialmente mortale che può essere facilmente evitata con il vaccino», ha detto in una nota Herminia Palacio, del dipartimento statale della Sanità. «Quando le persone scelgono di non vaccinare i propri figli, mettono i loro figli e altri - incluse donne incinta, individui che si stanno sottoponendo a chemioterapia e gli anziani - a rischio di ammalarsi di morbillo», ha aggiunto. Secondo l'amministrazione di New York City, l'epidemia è dovuta a un gruppo di persone anti-vaccini che a Williamsburg sta spargendo informazioni false. Da ottobre ci sono stati 285 casi confermati. Fino ad ora non c'è stato alcun decesso ma 21 pazienti sono finiti in ospedale. Nel frattempo la città ha ordinato alle scuole di ebrei ortodossi di non accettare bambini non vaccinati. La metropoli ha dichiarato lo stato d'emergenza sanitaria in quattro zone del quartiere Williamsburg, a Brooklyn. Tutte le persone che «avrebbero potuto essere esposte al morbillo» dovranno essere vaccinate, o rischiano accuse penali e di dover pagare una multa salata, hanno previsto le autorità. Inoltre gli asili nido destinati alla comunità ebraica ortodossa, così come le scuole talmudiche yeshiva, che accetteranno bambini non vaccinati saranno passibili di vari provvedimenti, tra cui di chiusura.
Sinora lo Stato di New York obbligava a una serie di vaccini per poter accedere al sistema scolastico, ma prevedeva esenzioni per motivi religiosi. Da ottobre, tuttavia, sono stati registrati a New York 285 casi di morbillo, malattia quasi scomparsa negli Usa, con soli 86 contagi in tutto il Paese nel 2016, secondo i Centri di controllo delle malattie.
La ricomparsa della malattia a New York, così come in altre regioni del mondo, soprattutto in Europa, è legata al movimento contrario alle vaccinazioni, i cosiddetti no vax, largamente alimentato da contenuti diffusi su internet e sui social media.
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