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"No alla violenza": il pugno duro di Mattarella contro i No vax

Il presidente della Repubblica condanna le aggressioni ai centri vaccinali. Poi sottolinea l'importanza storica del Pnrr e la necessità di un "patto" per la ripresa

"No alla violenza": il pugno duro di Mattarella contro i No vax

"Non possono prevalere i pochi che vogliono imporre le loro teorie antiscientifiche, con una violenza a volte insensata". Usa toni duri Sergio Mattarella, parlando in occasione della cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere del Lavoro, a poche ore dall'ultimo assalto a un centro vaccinale. Aggressioni che comunque non incrinano il senso di fiducia che gli italiani debbono provare, sostiene Mattarella, per "avere affrontato una prova durissima, dimostrando senso di responsabilità".

Ma anche "serietà e senso di appartenenza di comunità", che hanno permesso di riprendersi "spazi di libertà e la possibilità di riprendere in mano le nostre vite". È ottimista, dunque, il presidente. Perchè ad accrescere le speranze per la ripresa economica e, più in generale, il futuro del Paese c'è la congiuntura favorevole che l'Italia sta attraversando: "La nostra economia cresce a ritmiincoraggianti, superiori alla media di altri paesi europei e in Italia la campagna vaccinale ha più' successo che altrove". Ma, rammenta Mattarella, è necessario "andare oltre la congiuntura favorevole e porre le basi di un miglioramento strutturale delle reti, dei fattori produttivi e dei servizi. Scontiamo ritardi antichi da recuperare. La ripartenza è una strada nuova e dobbiamo percorrerla con determinazione e speranza come nel dopoguerra, con il concorso di forze e persone". E sarà fondamentale, lungo il percorso, sfruttare a pieno le risorse del Pnrr, "una grande occasione che non possiamo perdere".

L'altro fattore da cui il rilancio non potrà prescindere è la condivisione dello sforzo: "Soltanto crescendo insieme cresceremo di più, si tratta dell'affermazione costituzionale del lavoro. Il progresso è possibile e duraturo solo se coinvolge l'intera società. Occorre avere il coraggio di adeguare le condizioni non facili di una società in cui sono aumentate le disuguaglianze. Il lavoro deve essere rimesso al centro e questa è la prova di un Paese maturo"". E non si tratta solo di un "patto" tra italiani, ma anche di un patto generazionale. Lasciare indietro i giovani, ricorda Mattarella, è un errore che non ci si può permettere: "L'alleanza tra le generazioni è una condizione per uscire dallo stallo che il Paese ha vissuto. Sono proprio i cambiamenti profondi intervenuti nella società a imporci di sanare in tempi rapidi quelle fratture che rischiano di farci arretrare. La marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie: in una stagione di innovazione così accelerata, come è quella attuale, sarebbe una menomazione ancor più insopportabile.

Non dobbiamo permetterlo".

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