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"Non è lui a comandare...": bufera M5S su Conte

Malumori all'interno del Movimento 5 Stelle: ecco cosa sta succedendo

"Non è lui a comandare...": bufera M5S su Conte Esclusiva

Mario Draghi al Colle? Non farmi ridere!”. Risponde così uno dei 74 superstiti senatori del Movimento 5 Stelle poco prima che il Presidente Draghi (in versione patriota) riferisse in Aula. “Ancora c’è tempo, tanto tempo.” Aggiunge e ironizza il pentastellato di peso: “Non è l’uomo forte dell’Europa? Vada in Europa, lì lo vogliono, c’è il vuoto lasciato dalla Merkel da coprire. Noi ce la caviamo anche senza di lui.” E ride, insieme ad altri colleghi. Sghignazzano al solo pensiero di vedere il “banchiere” al Quirinale. È come se i grillini avessero dimenticato di fare parte del “Governo di unità nazionale”. “Mario Draghi sta bene dov’è, ha tante cose da portare avanti, la pandemia non è finita e il Pnrr è da governare.” Ma non può farlo anche dal Quirinale? “No, certe cose non si possono fare dal Quirinale. Bisogna dialogare con i partiti e mettere insieme tutte le anime già divise, gestire i soldi, dare un indirizzo preciso. Bisogna vigilare. Non scherziamo, dai...”. È lapidario l’ex capogruppo Ettore Licheri. Danilo Toninelli osserva da lontano e non commenta. “Oggi non voglio parlare, non voglio dire niente su Draghi” dice stizzito, col volto irritato l’ex Ministro dei Trasporti. È come se non avesse ancora digerito il voto di fiducia al governo di tutti. Si sa, per i puri e duri del movimento è stato un boccone amaro. Indigesto, ma hanno mandato giù. Tutto in una volta. D’altronde i grillini sono abituati, hanno inghiottito anche il loro grosso vaffa, per fare spazio a Giuseppe Conte che, a dire il vero, conta poco. Non è in grado di tenere i suoi gruppi parlamentari, soprattutto alla Camera.“Noi facciamo quello che dice Conte? Non esiste proprio! Qui lui non può dire la sua, non è lui a comandare. Lo abbiamo visto con la riconferma di Davide (Crippa, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle ndr.) 131 voti su 147.” Confida un Parlamentare al secondo mandato. “Qui è Luigi Di Maio a dettare la linea, aspettiamo sue indicazioni per il Colle e se dovessero essere diverse da quelle di Conte vedrai la sorpresa. Gli faremo rimpiangere di essersi imposto come capo.” Se il neo presidente del Movimento non può contare sui propri uomini alla Camera può farlo a Palazzo Madama. Almeno così sembra a dire di pochi. “Qui al Senato siamo tutti contiani, magari qualcuno la pensa diversamente come accade in tutti i partiti ma è Giuseppe a dettare la linea.” Una linea poco chiara. “Certo, stare attaccati al PD ci penalizza e, soprattutto, penalizza Conte.” Sergio Battelli, ex tesoriere del Movimento è convinto: “Draghi deve restare a Palazzo Chigi, ci sono troppe cose da fare e il Paese ha bisogno di lui. Il Pnrr non è una scusa, è un piano di investimenti straordinario che va seguito e curato.” Troppe divisioni, troppi ostacoli.

La strada per il Colle più alto di Roma per Draghi sembra tutta in salita.

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