Nuove regole per i migranti: "Chi chiede asilo dovrà lavorare"

Il ministro Marco Minniti mercoledì presenterà in Parlamento una proposta per rivedere le regole per la richiesta di asilo in Italia

Nuove regole per i migranti: "Chi chiede asilo dovrà lavorare"

Nuove regole per ottenere l'asilo in Italia. Mercoledì il ministro dell'Interno Marco Minniti andrà in Parlamento per illustrare il suo piano per razionalizzare il sistema dell'accoglienza ai migranti. Una delle principali novità riguarda il lavoro dei richiedenti protezione internazionale: dopo aver presentato la domanda di asilo, mentre aspettano che la Commissione territoriale valuti le loro storie, gli immigrati dovranno svolgere lavoli socialmente utili.

Secondo quanto scrive il Corriere, Minniti avrebbe messo a punto queste nuove misure per riuscire in maniera più efficiente di quanto fatto fino ad ora a distinguere tra profughi (che devono essere accolti) e clandestini (destinati al rimpatrio). Ed è proprio su questo punto che si gioca la vera partita. Minniti nei giorni scorsi è andato in Libia e Tunisia per trattare con i governi locali sui rimpatri. I Paesi africani sarebbero pronti ad riprendersi i migranti irregolari sbarcati in Italia in cambio di aiuti economici. Ma la (nuova) linea dell'Italia ha bisogno dell'appoggio Europeo, anche per questo il ministro dell'Interno è volato in Germania per trovare una sponda nella Merkel.

Quando un migrante sbarcherà in Italia verrà dichiarato "sedicente" rispetto alle generalità da lui dichiarate. Sarà compito delle Commissioni poi verificare se corrispondono a verità. Nel frattempo, visto che l'attesa media per essere valutati dalle Commissioni è di 12 mesi, il richiedente asilo verrà inserito in un piano di lavori socialmente utili: chi partecipa potrà ottenere con più facilità lo status di rifugiato. In realtà già oggi i migranti inseriti nelle strutture di accoglienza dovrebbero seguire un corso di italiano per poter sperare di ottenere un documento di accoglienza umanitaria, ma spesso e volentieri pochi partecipano veramente alle lezioni.

Una proposta che però non piace al leader della Lega Nord, Matteo Salvini: "Con quattro milioni di italiani disoccupati tra cui molti laureati e diplomati - dice - preferirei che gli stage e i quattrini spesi per essi fossero usati prima per gli italiani". "Dopo tre anni danno ragione alla lega - aggiunge intervistato da Radio Capital - mi hanno dato del razzista ma ora anche il governo del Pd parla di controlli, di centri di espulsione, di respingimenti. Farli lavorare o accelerare le pratiche di espulsione è un palliativo, il problema è che ogni anno partono duecento mila clandestini dall'Africa, bisogna spostare la frontiera al di là del mediterraneo".

ll piano del Viminale riguarda ovviamente anche i nuovi Cie. Le strutture per l'espulsione degli irregolari dovrebbero essere di grandezza massima di 100 posti, avranno la polizia all'interno e l'esercito all'esterno, mentre per verificare il rispetto dei diritti degli immigrati ci sarà un "garante". L'obiettivo è quello di facilitare i rimpatri, fino ad oggi praticamente inattivi. Di sicuro verranno utilizzati i Cie già attivi: Roma, Torino, Crotone e Caltanissetta. Nelle altre regioni si sta lavorando per trovare le strutture adeguate che siano lontane dai centri città e vicino ad un aeroporto.

Infine novità dovrebbero arrivare anche sul tema dei ricorsi al diniego all'asilo e il reato di clandestinità. In entrambi i casi l'obiettivo è quello di snellire le procedure e evitare che i migranti in attesa del primo e secondo grado di giudizio possano richiedere di rimanere in Italia fino a sentenza definitiva.

Spesso accade infatti che lo Stato natale conceda il rimpatrio che però non può essere effettuato perché occorre attendere il pronunciamento del giudice. E così, come rivelato da Giuseppe De Lorenzo su ilGiornale, gli irregolari scompaiono dalla vista. Andando a infoltire le fila dei migranti fantasma.

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