Dopo le irregolarità di Palermo e Bologna, a Roma spuntano le «firme che arrivano dal futuro». A sollevare l'ennesimo polverone sulla sindaca Virginia Raggi è un servizio delle Iene. La tesi è questa, ed è tutto un problema di date. Il modulo di raccolta delle firme a sostegno della candidatura porta la data del 20 aprile. Mentre i banchetti del «firma day» si sono svolti in tutta Roma il 23 aprile. Quindi tre giorni dopo la presentazione del modulo con le 1352 firme raccolte attraverso 90 singoli moduli. Il caso, sul quale hanno indagato Le Iene, è stato sollevato dal capogruppo capitolino della Lista Marchini Alessandro Onorato.
Onorato aveva fatto richiesta di accesso agli atti per scoprire «incongruenze» sulle firme a sostegno di Virginia Raggi. Ed ecco le accuse del consigliere al Movimento Cinque Stelle: «O sono veggenti, oppure c'è un falso, i 5 stelle non potevano sapere il numero delle firme che sarebbero state raccolte tre giorni dopo». «Effettueremo ulteriori controlli e verifiche ma non c'è alcuna irregolarità» assicura la Raggi, assistita dagli avvocati del M5S Alessandro Canali e Paolo Morricone, delegati della lista di presentazione delle candidature. La soluzione del nuovo caso «firme false» a Roma starebbe nella fattispecie della «formazione progressiva» dell'atto principale. Il duo di avvocati parla di un atto che «come prevede la legge, si può aprire prima della raccolta delle firme, lasciando alcune parti in bianco che verranno compilate in un secondo momento».
Altri esperti di diritto civile smentiscono, dicendo che non esistono leggi che permettono questo tipo di raccolta firme. E gli Uffici servizi elettorali del Comune di Roma e del Ministero dell'Interno sostengono che «c'è un'anomalia nel documento». Il Pd attacca con i deputati Ernesto Carbone, Andrea Romano e Alessia Morani: «Dopo i casi di Palermo e Bologna il metodo firme false arriva anche a Roma?», si chiedono. Il senatore dem Stefano Esposito lancia l'hashtag #trasparenza. Dal Pd si fa sentire anche Matteo Renzi. L'ex premier scrive nella sua E-news: «Noi non facciamo i grillini, non inseguiamoli nel loro terreno finto-moralista e molto doppiogiochista». Aggiunge Renzi: «Se ci sono firme false, lo dirà la magistratura, non una trasmissione televisiva, fino a quel momento massimo rispetto per il sindaco che i romani hanno scelto. E buon lavoro. Se loro usano un altro metodo, peggio per loro: gli italiani sapranno valutare e decidere».
Simone Furlan, membro dell'ufficio di presidenza di Forza Italia, dice: «I grillini sono in preda a un delirio di onnipotenza, il loro leader li ha contagiati. La strafottenza con cui stanno affrontando questo nuovo scandalo mette a nudo tutta la loro incapacità di essere una forza politica credibile in un paese civile». Il M5S difende la sindaca: «Mettetevi l'animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani». Firme autentiche e autenticate, ribadiscono dal Blog di Beppe Grillo.
E citano una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, secondo la quale «è del tutto inconferente, ai fini della regolarità, che l'autenticazione delle firme dell'atto principale sia antecedente a quella delle firme contenute negli atti separati». Sono lontani i tempi in cui i grillini su un caso molto simile dicevano: «Chi amministra il pubblico deve essere al di sopra di ogni sospetto, altrimenti non ha i requisiti per rivestire un incarico così rilevante».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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