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Un nuovo caso all'Onu. Appello con 300 firme: "Rimuovere la relatrice che ha negato gli stupri"

Lettera di intellettuali e attivisti ebrei: "Orrore e indignazione" per Alsalem. E in Friuli si chiede di revocare il premio Luchetta alla funzionaria italiana

Un nuovo caso all'Onu. Appello con 300 firme: "Rimuovere la relatrice che ha negato gli stupri"
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Arriva la lettera-appello di 300 intellettuali e attiviste ebree per i diritti delle donne. La richiesta alle Nazioni Uniti è di rimuovere la relatrice Onu sulla violenza contro le donne e le ragazze Reem Alsalem, per aver negato che si sia verificato uno stupro durante l'attacco del 7 ottobre 2023 a Israele, guidato da Hamas.

La lettera, indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è arrivata due settimane dopo che Alsalem aveva affermato in un post su X che "nessuna indagine indipendente ha rilevato che lo stupro sia avvenuto il 7 ottobre". Nella lettera, i firmatari esprimono il loro "orrore e indignazione" per la retorica di Alsalem e citano due rapporti delle Nazioni Unite del marzo 2024 e del luglio 2025 che concludevano che vi erano "ragionevoli motivi" per ritenere che vi fossero state violenze sessuali durante gli attacchi "in più luoghi, inclusi stupri e stupri di gruppo". La relatrice Alsalem, collaboratrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, aveva scritto in un post sui social che gli stupri sulle donne israeliane del 7 ottobre non sarebbero mai avvenuti perché non ci sono inchieste che li dimostrano. Una affermazione che ha fatto seguito anche ad altre parole, pronunciate poco dopo l'attacco di Hamas in Israele, che parlavano sempre di una costruzione narrativa, definita una "trappola" nella quale i media sarebbero cascati. Tutto questo nonostante le indagini, effettuate dalla stessa organizzazione, abbiano trovato prove inconfutabili delle violenze commesse non solo nei confronti di persone vive ma anche su cadaveri. L'Onu sembra ormai in mano a fanatici di Hamas. Si stringe, intanto, il cerchio su Francesca Albanese, la relatrice (più famosa) speciale Onu per la Palestina. Gaffe dopo gaffe. Orrore dopo orrore: si moltiplicano gli appelli per chiedere le dimissioni dell'eroina di Pro pal e sinistra italiana. Dopo gli scoop del Giornale sull'intervento della relatrice all'evento con gli esponenti Hamas e le accuse sui viaggi in Nuova Zelanda e Australia pagati da ong legate ai terroristi palestinesi, la posizione dell'eroina della sinistra vacilla. L'ultima polemica divampa in Spagna. Il governo Basco ha attribuito a Francesca Albanese, il premio Renè Cassin, per "il suo impegno a favore dei diritti umani". Secondo le motivazioni della giuria, Albanese "guidata dai principi di legalità, giustizia e dignità umana, ha contribuito a far luce sulla situazione delle persone colpite dall'occupazione e dal conflitto, nonché a promuovere la responsabilità e il genuino rispetto dei diritti universali". La decisione del governo della comunità autonoma basca é stata duramente contestata dalle comunità ebraiche di Francia e Spagna.

Anche i rappresentanti dei giornalisti Figec-Cisal del Friuli Venezia Giulia chiedono che le venga revocato il premio Luchetta intestato ai giornalisti uccisi in guerra. Per Albanese spazio pure ad Atreju, l'evento meloniano: si è aggiudicata il premio "bullometro", con ii voti alle "parole d'odio della sinistra", e un pantheon di figure che interpretano "l'egemonia dei valori".

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