
Ferito, fasciato, insanguinato, apparentemente raggiunto dai miliziani in un tunnel ostruito da terra e detriti. Hamas ha pubblicato un video dell'ostaggio Maxim Herkin, il secondo dopo quello del mese scorso in cui lo si vedeva insieme a un altro ostaggio. «Questa potrebbe essere la mia ultima registrazione», dice il giovane, 36 anni, rapito al Supernova Festival il 7 ottobre. Come da propaganda islamista, il rapito attacca il governo israeliano. «Sono stato bombardato due volte da Israele e questo è il risultato della pressione militare e della guerra per liberare i prigionieri di cui parla Netanyahu», spiegando di non sapere nulla della sorte del suo compagno di prigionia, «con me al momento del raid».
Con le trattative per la liberazione degli ostaggi «a un punto morto» e l'ammissione della moglie di Netanyahu che dei 59 ancora a Gaza meno di 24 sarebbero ancora vivi, cresce la preoccupazione dei familiari e di nuovo migliaia di persone sono scese ieri in piazza a Tel Aviv per chiedere un'intesa. Ma a Gaza proseguono i raid. Sono almeno 19 le vittime di un bombardamento a Khan Yunis, a sud, mentre Israele denuncia che gruppi armati e civili saccheggiano depositi di aiuti umanitari.
Anche in Siria, Israele annuncia di aver colpito infrastrutture militari e schierato truppe nel sud «per proteggere i villaggi drusi» dopo le violenze. Le nuove autorità islamiste hanno arrestato intanto Talal Naji, leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-Comando Generale (Pflp-Gc), storico gruppo filo-Assad.