Ocasio-Cortez alla guerra delle creme solari. E la sinistra Usa si scotta

La deputata liberal: "Servono prodotti migliori". Dubbi Dem sulla campagna. E sul suo sponsor

Ocasio-Cortez alla guerra delle creme solari. E la sinistra Usa si scotta
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Si cura e non se ne cura. Il video girato dalla deputata dem newyorkese, Alexandria Ocasio-Cortez su, sostanzialmente, «più crema solare per tutti», l'ha piazzata nel bel mezzo dell'occhio del ciclone. Critiche politiche le sono piombate addosso da ogni dove, ma l'ex collaboratrice domestica di origine portoricane eletta nel 2018, la donna che sdoganò il termine «socialista», non sembra preoccuparsi più di tanto. Le questioni sollevate da quel breve annuncio social contengono due ordini di problematiche: il primo riguarda l'integrità del messaggio (dal momento che la Ocasio-Cortez, nel video, è affiancata da Charlotte Palermino, Ceo dell'azienda produttrice delle creme Dieux-Skin c'è chi accusa la deputata di indegna, subdola campagna pubblicitaria); il secondo riguarda l'opportunità politica di scegliere un cavallo di battaglia tanto «frivolo» quanto le creme. In realtà sono i tumori della pelle a preoccupare la Ocasio-Cortez, il fatto che solo il cinquanta per cento degli americani ne faccia uso e sia esaustivamente informato sugli effetti del sole e il fatto che in America si producano creme protettive di qualità tanto bassa. Una crociata lanciata anche dai dermatologi Usa che lamentano il fatto che da troppi anni (dal 1999), la Food and Drug non aggiorna le linee guida sui solari e in questo modo blocca inutilmente l'accesso a filtri Uv che si trovano facilmente altrove.

Ma l'opportunità di una simile battaglia lascia comunque perplessa la politica: «Un vero tributo alla classe operaia» hanno commentato sarcasticamente dalla sezione di Rhode Island dei Democratic Socialists of America di cui la Ocasio-Cortez è il membro più famoso. Anche se dal sindacato unitario degli agricoltori viene ricordato che in realtà «la protezione dal sole è assolutamente una problema della classe operaia» visto che le classi abbienti possono già permettersi di acquistarla, ma i socialisti made in Usa ribattono che «anche se si tratta di una questione di sicurezza sul lavoro, l'analisi di Ocasio- Cortez non è socialista, ma ispirata al consumismo da soccer mom (le mamme cha accompagnano i figli sui campi da calcio), con tanto di partner legata ad un brand». Insomma, il tema sarebbe anche importante, peccato che i modi scelti dalla deputata dem per trattarlo abbia spostato l'attenzione su tutt'altro. E dire che nel resto del mondo la protezione solare viene presa giustamente molto sul serio. Addirittura, quest'anno, il governo dei Paesi Bassi ha deciso di installare dispenser gratuiti di crema solare non solo nelle spiagge, ma anche nelle scuole, nei parchi, ai festival, nei luoghi sportivi e negli spazi pubblici aperti. E anche in Italia, a Milano, Esselunga ha installato dei dispenser per dare gratuitamente crema solare con protezione 50, in collaborazione con Lilt la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Quindi si tratta di una battaglia politica tutt'altro che secondaria.

Peccato però che le etichette non si limitino ai prodotti cosmetici e allora, invece che muoversi tutti assieme per ottenere un risultato, diventa più importante operare dei distinguo su chi inizia la battaglia. Siccome la Ocasio-Cortez è una deputata dem, allora non è il caso che si batta per certi temi. Follia. Certo lei si sarebbe potuta evitare la Ceo nel video.

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