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Offese a magistratura, Salvini assolto da accusa di vilipendio

Il Tribunale di Torino ha assolto Salvini "per la particolare tenuità del fatto". Soddisfatto il leader della Lega che annuncia: "La giustizia italiana va profondamente riformata"

Offese a magistratura, Salvini assolto da accusa di vilipendio

Il leader della Lega Matteo Salvini è stato assolto dal Tribunale di Torino "per la particolare tenuità del fatto" nell’ambito del processo che lo vedeva imputato per vilipendio all'ordine giudiziario.

I fatti contestati risalgono al 14 febbraio 2016 quando, durante un congresso regionale della Lega tenutosi nel palazzetto dello sport di Collegno, nel Torinese, Salvini, fra le altre cose, affermò: "Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare".

Il pm Emilio Gatti aveva chiesto per il leader della Lega una multa da 3mila euro. Oggi in aula lo stesso pm ha osservato che le frasi rivolte da Salvini al pubblico presente al congresso, formato da circa un migliaio di persone, "hanno chiaramente natura oltraggiosa: una cosa è la critica, un'altra gli accostamenti volgari e ripugnanti". Gatti ha anche aggiunto che il leader della Lega ha definito i magistrati "stronzi" e "lazzaroni che rompono le palle alla Lega" e la magistratura italiana "una schifezza". Il pm, inoltre, ha fatto notare come "il pubblico accoglie gli insulti del 'capo' alla magistratura con vere e proprie ovazioni". Le parole di Salvini erano state successivamente riprese dal Tg1. E ciò, secondo Gatti, è una prova che il discorso "é da ritenersi pubblico".

Di diverso avviso Salvini. Intervenuto in aula lo scorso 25 gennaio, il leader della Lega aveva espresso "massima fiducia nella magistratura e nella sua libertà di giudizio", evidenziando di non aver attaccato un giudice o un altro "ma il sistema", precisando di aver fatto le affermazioni che gli vengono contestate "perché c'era qualcuno che dall'interno politicamente utilizzava alcune inchieste della magistratura per attaccare la Lega".

Un’argomentazione ripresa dal suo avvocato, Claudia Eccher:"Le parole pronunciate da Salvini – ha affermato il legale – sono prive di carica offensiva: usa quei termini perchè è quel genere di linguaggio che i leghisti si aspettano, non voleva offendere i magistrati e la magistratura". L’avvocato aveva spiegato che il linguaggio della Lega e "dei partiti sorti dalla cosiddetta società civile hanno cambiato il paradigma del linguaggio: quello del leader politico oggi è chiaro e diretto, utilizza frasi brevi e parole comuni, anche quelle di tono basso. Salvini non ha fatto altro che riprendere stilemi del linguaggio tipico della Lega, quello in cui i militanti si riconoscono, un lessico colorato ed espressivo, non offensivo".

La Eccher si è detta "molto soddisfatta" per l’assoluzione spiegando che "questa è una sentenza che ripristina lo stato di diritto". "Il giudice - ha aggiunto il legale - ha contestualizzato correttamente le frasi pronunciate da Matteo Salvini in un consesso assolutamente privato all'interno di una riunione di un partito dove alla stampa era inibito l'accesso”. Secondo la Eccher il giudice "ha evidentemente anche verificato che queste parole, decontestualizzate, comunque hanno perso la loro carica offensiva".

Anche Salvini ha commentato la sua assoluzione:"Sono contento, ringrazio giudice e avvocato", ha scritto il leader della lega in un messaggio pubblicato su Twitter.

Nel post l’ex ministro lancia quella che potrebbe essere una nuova battaglia politica: "La giustizia italiana va profondamente riformata, il 'sistema Palamara’ va smontato per il bene dei cittadini e dei tanti magistrati davvero liberi e indipendenti".

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