Ha compiuto 9 anni da ostaggio di Hamas. La storia di Ohad Munder Zachri da due settimane tiene sulle corde Israele. Tutti, subito dopo l'attacco, quando via via si è accertata l'identità dei rapiti, hanno saputo dell'imminente compleanno del ragazzino e tutti hanno sperato fino all'ultimo che Ohad potesse festeggiarlo a casa sua e non prigioniero. Non è stato così: Ohad resta nelle mani dei miliziani dopo essere stato preso nel kibbutz di Nir Oz, dov'era andato a trovare i nonni Ruthie e Avraham, anche loro catturati, insieme alla madre Keren, che ora si trova con lui in un luogo sconosciuto della Striscia con altri 222 ostaggi. La sua città di origine, Kfar Saba, non distante da Tel Aviv, si è mobilitata in massa ed ha riempito i balconi di palloncini gialli a mò di ricordo di un compleanno che probabilmente Ohad non dimenticherà mai, se riuscirà a uscirne vivo. Il fratellino Roi, intervistato dalla tv, ha detto che se potesse parlargli gli direbbe «sii forte e sappi che ti vogliamo bene». Merav Raviv, cugino dei genitori di Ohad, ha rivolto un appello «a tutti in Israele e nel mondo ad esporre gli stessi palloncini per celebrare il compleanno. È inconcepibile che un bambino di 9 anni sia prigioniero di Hamas. Siamo commossi per il gesto del comune di Kfar Saba. Speriamo che Ohad possa tornare nella sua scuola e alla sua vita quotidiana». L'ambasciata Usa in Israele ha postato la foto per la campagna a favore della sua liberazione, intitolata KIDnappedBday.
Nello scatto si vede Ohad, cappellino in testa e medaglia tra i denti, accanto alla madre Keren sorridente. «Mandiamo a Ohad e a tutti coloro che sono stati rapiti - è scritto nel commento dell'ambasciata - forza e coraggio».
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