Politica

Gli omicidi, poi la playstation Per un anticipo da 85 euro

Il patto tra i due ragazzi. Riccardo ha promesso mille euro all'amico per uccidere i genitori a colpi d'ascia

Lucia Galli

Uccidere come giocando alla playstation. Un colpo d'ascia e poi, come nei videogame, azzerare tutto e passare al livello successivo. Mettendo in scena una rapina al posto di un omicidio. Facile? Come bere un bicchiere d'acqua o fumarsi l'ennesimo spinello. Ora si dirà che c'entra la droga, la caduta degli affetti, la banalità di certa gioventù. E si dirà che i brutti voti non c'entravano, ma c'entravano tante brutte intenzioni, la società e l'adolescenza difficile. La realtà è che abbiamo due assassini in più, minorenni e come sbiaditi. Così hanno agito Riccardo, 16 anni e Manuel, 17, per far fuori i genitori di Riccardo. Il primo ha deciso: è il mandante che promette mille euro, all'amico che, intascato un 8% d'anticipo 85 euro - si trasforma in esecutore.

Per questo sono morti Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45, colpiti con nove colpi di ascia, all'alba di martedì, nella loro villetta di Pontelangorino, nel Ferrarese. Pareti bianche, infissi scuri, l'albero, in giardino, potato per l'inverno, anche se poi il ramo secco era quello del legame con il loro secondo figlio, Riccardo. Lui va male a scuola e nemmeno molto. In casa, però, le vie sono due: o l'istituto professionale oppure il lavoro al ristorante di famiglia a Comacchio. L'anno nuovo rinnova le ansie. Il padre passa all'azione: prende appuntamento con il preside dell'istituto del figlio. A quell'incontro, però, Vincelli non arriverà mai perché il ragazzo ha già deciso, convinto e coinvolto l'amico. Manuel, del resto, è quello che non dice mai di no. Che un po' invidia e subisce il fascino dell'amico con qualche soldo in più. Lui ha due fratelli, vorrebbe uno scooter, ma non si può. Studia acquacultura, il suo futuro è sulle barche nel delta del Po. Ora, invece, è in carcere a Bologna con quell'amico che il cash per la moto glielo aveva forse rimediato. A un prezzo però altissimo. Coscienza e galera. Per la Procura il doppio delitto è premeditato. I due crollano dopo poche ore. Non è bastato simulare il furto delle chiavi o dire di aver visto un'auto sospetta i giorni prima del delitto.

Per contro c'è un cane che nella notte non abbaia: deve aver riconosciuto chi entra in casa. Gli uomini del colonnello Andrea Desideri non attendono che poche ore. Il primo a crollare, confessando di aver agito da solo è Manuel, con Riccardo che lo attendeva nel locale vicino. Dal piano A si passa al B: i due non riescono a trasportare i corpi oltre cucina e garage. Manuel si inzuppa le scarpe di sangue. Poi via verso Caprile il paese di Manuel - a buttare vestiti e arma nel canale. Albeggia: i due fumano qualche spinello poi si presentano a casa di Manuel dove il padre li manda a dormire.

Niente scuola, un po' di playstation, anche un piatto di pasta a pranzo. Poi la messinscena entra nel vivo. Ora c'è un padre che si trova ad affrontare un figlio assassino e un fratello, quello di Riccardo, rientrato di corsa da Torino. Sta dai nonni, studia cinema. Al telefono lo hanno avvertito del delitto. In auto ha scoperto che l'assassino è il fratello. Un film durissimo anche solo da immaginare.

E che durerà tutta la vita.

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