Politica estera

Onda sovranista, l'Europa va a destra

Nuovo segnale dall'Olanda. Lo scenario: nel prossimo Parlamento Ue maggioranza moderata

Onda sovranista, l'Europa va a destra

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A sette mesi dalle elezioni europee (giugno 2024), il successo in Olanda della destra di Geert Wilders «è un segnale importante per tutta l'Europa» dice la Lega, alleata del Pvv-Partito della Libertà olandese nel gruppo Identità e democrazia a Bruxelles. Il risultato di Wilders, accompagnato dalla batosta del partito dell'ex commissario europeo Frans Timmermans, simbolo dell'Ue a trazione socialista, è un'ottima notizia soprattutto per Salvini, che punta a scardinare l'asse Ppe-Pse che ha governato finora l'Europa, anche se lo scetticismo dei Popolari verso i partiti dell'ultradestra europea è ancora uno scoglio da superare. I numeri però contano, e alle Europee si vota con il proporzionale. Significa che un ipotetico boom dei partiti sovranisti potrebbe spostare verso destra l'asse della Ue. Le ultime simulazioni di Politico.eu analizzate in casa Lega assegnano ai partiti di centrodestra (cioè i Popolari dove siede Forza Italia, Identità e Democrazia della Lega e il gruppo Ecr dove c'è Fdi) 331 seggi, contro i 309 dei partiti di sinistra. Non ancora la maggioranza assoluta - ne servono 353 -, ma non siamo lontani. Considerato poi che la simulazione è fatta solo sui partiti attualmente presenti a Bruxelles, dove mancano il partito di Wilders (nel 2019 non superò la soglia di sbarramento) e altri partiti di destra in forte crescita negli ultimi mesi.

Le elezioni nei paesi Ue del resto confermano un vento di destra nel continente. È vero che in Spagna si è formato alla fine un nuovo governo Sanchez (leader Psoe), ma il maggiore boom elettorale lo ha registrato il Partito popolare di Alberto Núñez Feijóo, senza avere i numeri per governare. In Polonia, un mese fa, è uscita vincente la coalizione l'europeista guidata dall'ex premier Donald Tusk. Ma il partito più votato dai polacchi è stato il PiS (Diritto e Giustizia) di Jarosaw Kaczynski. Buon risultato anche per Konfederacja, ancora più a destra di Pis, partito con cui la Lega ha stabilito delle relazioni proprio in vista delle Europee.

La tendenza si è vista anche dalle elezioni in Grecia, nel giugno scorso, con la vittoria netta di Nuova Democrazia, partito conservatore di Kyriakos Mitsotakis, attuale premier greco. Ma insieme al boom del centrodestra greco si è registrato l'ingresso in Parlamento di ben tre partiti di estrema destra, con una dozzina di seggi a testa. Anche la Finlandia ha virato a destra, mandando a casa i socialdemocratici dell'ex premier Sanna Marin. Come significativo è pure il successo, nelle elezioni di due importanti regioni tedesche come Baviera e Assia, della destra di «Alternative für Deutschland». Uno dei partiti che la Lega ospiterà a Firenze, il 3 dicembre, per il primo di una serie di eventi in tutta Europa, in vista delle elezioni europee. Sul palco ci sarà anche Marine Le Pen. In Francia non si è ancora votato, ma il Rassemblement National è il primo partito francese nei sondaggi.

L'aria insomma, specie dopo le elezioni olandesi, sembra tirare a destra. Nella coalizione italiana però le sensibilità sono molto diverse, basta vedere i commenti all'exploit di Wilders. Mentre la Lega esulta, da Forza Italia il tenore delle dichiarazioni è ben diverso, con il senatore azzurro Gasparri lapidario: «Wilders, come Afd, non è compatibile con il Ppe».

Fdi invece è sulla linea leghista: «L'Europa sta finalmente andando da un'altra parte rispetto alle politiche impostate dalle sinistre in questi anni a Bruxelles» dice il co-presidente del gruppo Ecr al Parlamento Ue, Nicola Procaccini di Fdi, la cui speranza nella prossima legislatura è appunto «che l'asse politico della Ue sia spostato verso destra».

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