«Ondata di jihadisti senza precedenti»

Un successo sul campo contro l'Isis causerebbe un'invasione mai vista

I colpi inferti allo Stato Islamico in Medio Oriente non diminuiranno il rischio di nuovi attentati in Occidente. Anzi. Il rischio è che parallelamente alle sconfitte subite dal Califfato in Siria e in Iraq a opera della coalizione internazionale, si inneschi «un'ondata senza precedenti» di jihadisti di ritorno, pronti a entrare in azione.

Non solo cellule circoscritte, singoli fanatici piegati agli obiettivi dell'Isis attraverso indottrinamenti a distanza, guidati da lontano nell'organizzazione e nel compimento dei massacri, bensì una rete ramificata di dimensioni «mai viste finora».

L'allarme è del direttore dell'Fbi, James Comey: «Non tutti i militanti dell'Isis moriranno sul campo di battaglia» ha avvertito durante una conferenza sulla cybersicurezza alla Fordham University di New York. Per questo il pericolo è che dall'indebolimento della struttura politica e militare di Al Baghdadi si scateni «una diaspora come non l'abbiamo mai vista». Parole che danno il senso della preoccupazione per gli imprevedibili e mobili scenari sul tavolo dei funzionarti dei servizi segreti. Comey ha sottolineato come la distruzione delle basi del gruppo estremista in Siria e in Iraq potrebbe portare il Califfato a disperdere i suoi terroristi altrove. «Si tratta di un ordine di grandezza superiore a qualsiasi cosa abbiamo visto prima», per il quale rispetto alla fuga dei mujahidin dall'Afghanistan alla fine degli anni 80, da cui nacque Al-Qaeda, «ci si aspetta una diaspora almeno 10 volte superiore - ha detto il capo della polizia federale - E abbiamo visto il futuro di questa minaccia con quanto accaduto a Bruxelles e a Parigi».

Rischia di essere tutto più complicato e liquido di quanto già non lo sia, in quella zona grigia dell'integralismo, dove distinguere tra fanatismo individuale e percorsi di radicalizzazione finalizzati al compimento di attentati si rivela spesso un obiettivo mancato.

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