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Open Arms, ecco gli 8 punti che smontano le accuse a Salvini

Il leghista accusato di sequestro di persona. Ma la verità è un'altra: l'Ong ha agito al di fuori delle regole

Open Arms, ecco gli 8 punti che smontano le accuse a Salvini

Poco dopo le 12:30 il giudice per le udienze preliminari di Palermo, Lorenzo Jannelli, si è riunito in camera di consiglio dopo aver acquisito e recepito i documenti prodotti dalla difesa di Matteo Salvini. Intorno alle 13:00 il responso con cui è stato disposto il rinvio dell'udienza al prossimo 6 febbraio.

L'udienza è iniziata di buon mattino all'interno dell'aula bunker del capoluogo siciliano. Qui l'ex ministro dell'Interno è chiamato a rispondere per i reati a lui contestati di abuso d'ufficio e sequestro di persona. I fatti sono quelli relativi al cosiddetto caso Open Arms, risalente all'agosto del 2019 e che ha visto protagonista l'omonima Ong spagnola.

Tutto è nato dal sequestro del mezzo ordinato il 20 agosto 2019, ultimo giorno di vita del governo gialloverde in cui Salvini era ministro dell'Interno, da parte del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. L'Open Arms è potuta così sbarcare a Lampedusa con più di 100 migranti a bordo recuperati in acque libiche alcuni giorni prima. Il Viminale aveva espresso il divieto di ingresso in Italia per la nave spagnola, circostanza che ha fatto aprire un fascicolo, trasmesso poi al tribunale dei ministri di Palermo, contro Salvini.

Gli otto punti della difesa di Salvini

L'udienza odierna ha avuto luogo dopo che il 30 luglio scorso in Senato è stato completato l'iter che ha accolto la richiesta del tribunale dei ministri del capoluogo siciliano di mandare a processo l'ex ministro dell'Interno. Quest'ultimo era a Palermo già da ieri e dopo l'inizio della riunione in camera di consiglio è tornato a farsi sentire sui social: “Da più di 3 ore nell’aula bunker di Palermo dove si sono celebrati i processi per mafia – ha scritto il leader del carroccio sul suo profilo Facebook – Sono tranquillo, anzi orgoglioso, di aver difeso il mio Paese! Grazie per i vostri pensieri”.

Tra i documenti consegnati dai suoi avvocati, è emersa una linea difensiva concentrata su otto punti. Il primo ha riguardato il comportamento della nave spagnola: “Open Arms” ha agito di sua iniziativa – si legge in un documento della difesa – al di fuori delle regole sul soccorso in mare, nel tentativo di far entrare in Italia migranti irregolari. Per tale ragione, sin da subito l’Italia ha vietato l’ingresso nelle proprie acque territoriali”. Ecco perché, e si arriva qui al secondo punto, “non spettava all'Italia indicare un porto sicuro”.

“L’Italia infatti – continua al terzo punto la difesa di Salvini – non era né Stato di primo contatto né Stato coordinatore, non avendo mai assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso”. Inoltre, il nostro Paese, si legge al quarto e quinto punto, “non si è sottratto dal fornire sempre assistenza ai migranti” e inoltre “i minori giunti in prossimità delle acque italiane sono stati fatti sbarcare”.

Gli avvocati dell'ex ministro puntano anche sulle alternative in capo all'Ong spagnola per far sbarcare i 147 migranti a bordo: “Il Comandante della Nave Open Arms ha sempre avuto numerose alternative – si legge nei documenti – Ad esempio, il primo agosto, dopo il primo trasbordo, era a meno di tre giorni di navigazione dalla Spagna. Perché non si è diretto lì sin da subito e ha insistito per voler sbarcare in Italia?”

C'è poi al settimo punto una parte dedicata alle responsabilità dell'intero esecutivo Conte I, sostenuto dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega: “La gestione di tale episodio di immigrazione irregolare costituiva attuazione della linea di Governo condivisa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministri competenti – hanno sottolineato gli avvocati di Salvini – secondo quanto concordato nel “Contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto dalle forze di maggioranza dell’epoca. Tale linea prevede il raggiungimento di un accordo di redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione europea come fase prodromica al successivo sbarco”.

Infine, la difesa dell'ex ministro ha voluto puntare l'attenzione anche sulla situazione riguardante alcuni dei protagonisti sia durante che dopo i fatti contestati.

In primis, gli avvocati hanno puntualizzato che in quei frangenti il comandante della Open Arms, Marco Reig Creus, era indagato per violenza privata e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: “Inoltre – chiudono gli avvocati di Salvini – Due dei migranti che erano a bordo sono attualmente in carcere”.

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