Il Bundestag tedesco sarà più piccolo. La camera parlamentare ha infatti ratificato una riforma elettorale, che prevede di fatto la riduzione dei deputati: se attualmente sono 736, in futuro non potranno essere più di 630. La nuova norma voluta dalla coalizione di Olaf Scholz, passata con una maggioranza semplice, è diventata però un caso politico per l'opposizione.
Le critiche sono state durissime, dai conservatori dell'Unione come dalla Sinistra, insolitamente alleati nella battaglia contro le modalità della decurtazione dei seggi. E tutti hanno già annunciato un ricorso alla Corte costituzionale. A favore della riforma hanno votato 399 parlamentari, 261 si sono espressi contro, e 23 si sono astenuti. La questione del contenimento della lievitazione della Camera della Repubblica federale è oggetto di dibattito da tempo: già la Grosse Koalition, sotto Angela Merkel, aveva provato a limitare il fenomeno, senza però riuscirci. E del resto proprio in questa legislatura, a causa del complesso meccanismo elettorale del sistema dei due voti, che prevede compensazioni di seggi ai partiti in diverse circostanze, il Bundestag ha raggiunto un numero record di deputati. Se si andasse avanti così, è il commento dello Spiegel, si arriverebbe al paradosso che i parlamentari resterebbero in aula in piedi. Nuove regole sembrano necessarie a tutti, ma la strada scelta dal cosiddetto «Semaforo» non è andata giù all'opposizione. Con la riforma, in realtà, il numero dei parlamentari considerato «a norma» cresce addirittura, da 598 a 630, ma diversamente da oggi non consente di superare questo limite.
E con le nuove disposizioni (ecco uno dei punti contestati) il partito della Linke non sarebbe rappresentato oggi in Parlamento, dal momento che alle urne del 2021 non aveva raggiunto la soglia minima del 5%. Il sistema attuale prevede che grazie ai tre mandati diretti ottenuti allora, il partito sia entrato con 39 deputati. D'ora in poi, un salvataggio del genere non potrà più succedere.
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