RomaArrivano i fondi per le università. E saranno meritocratici. Agganciati cioè non più a rendite di posizione di tipo storico, bensì alla qualità e alla tipologia dei servizi offerti agli studenti dai vari atenei.
È questa la principale novità del decreto di ripartizione del Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) firmato ieri dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e che aspetta il via libera della Corte dei Conti. Di poco superiore ai sette miliardi (7.010.580.532 euro) l'ammontare complessivo per l'anno 2014, oltre il 22 per cento dei quali sarà distribuito sulla base delle performance dei singoli atenei, tra quota premiale, programmazione triennale, dottorati di ricerca, fondo per i giovani e fondo perequativo. Un modo per premiare, spiega il ministro «gli sforzi dei virtuosi senza dimenticare chi opera in contesti difficili».
Criteri che potrebbero diventare un modello applicabile anche in altri contesti. «Si tratta - spiega il ministro Giannini - di un caso unico nella Pubblica Amministrazione: l'università si pone al centro di un innovativo sistema di distribuzione dei fondi pubblici che legherà quote sempre più consistenti dei finanziamenti alla qualità dei servizi offerti agli studenti». Non ci sono più tetti all'incremento degli stanziamenti destinati agli atenei virtuosi e cresce dal 13,5 al 18 per cento la quota del finanziamento che sarà distribuita prendendo in considerazione anche l'internazionalizzazione delle università, con particolare attenzione al programma Erasmus.
Il decreto tiene conto delle performance ma non vuole penalizzare chi queste performance non può raggiungerle perché penalizzato dall'agire in contesti economicamente più deboli.
Da qui il meccanismo delle clausole di salvaguardia che stabiliscono un tetto massimo di riduzione dei fondi pari al 3,5 per cento, contro il 5 del 2013. Nessuna università scenderà comunque sotto il 2,7 per cento. E così più della metà degli atenei avrà più soldi rispetto all'anno scorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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