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Ora l'Europa fa il tifo per le Ong: Casarini al Parlamento Europeo

L'ex no global e rappresentante dell'Ong Mediterranea Saving Humans, è stato invitato dal presidente dell'europarlamento David Sassoli in occasione del convegno sui 70 anni della dichiarazione di Robert Schuman

Ora l'Europa fa il tifo per le Ong: Casarini al Parlamento Europeo

E dopo Carola Rackete, adesso è stato il turno di Luca Casarini. Il parlamento europeo ha fatto il bis e prende, ancora una volta, una precisa posizione a favore delle Ong. L’ex capomissione della Mare Jonio, la nave dell’Ong italiana Mediterranea Saving Humans, è stato invitato dal presidente dell’europarlamento David Sassoli a Bruxelles in occasione di un convegno per i 70 della dichiarazione di Robert Schuman.

Una data importante e molto sentita in ambito comunitario, visto che proprio il 9 maggio del 1950 dalla sede del ministero degli esteri francese proprio Robert Schuman ha parlato per la prima volta di integrazione economica europea. Una dichiarazione quella che, negli anni successivi, è stata ritenuta tra le principali fonti da cui è partito il processo di integrazione comunitario.

Il fatto dunque che a Bruxelles fosse presente, tra gli altri, anche Luca Casarini ha rappresentato una precisa scelta di campo del parlamento europeo. A volere l’ex no global, che nel marzo del 2019 a bordo della Mare Jonio è stato il primo capomissione a sfidare i decreti sicurezza di Matteo Salvini, sarebbe stato proprio il presidente David Sassoli.

Casarini non è stato l’unico ospite eccellente della giornata. Tra gli altri, spiccavano Stephanie Heyemas di Samusocial, così come Pierre Rabhi, dell’associazione Macrolibrarsi, e Yaho Herrera, colei che si definisce ecofemminista ed ecosocialista. Ma, per quanto riguarda l’Italia, a spiccare era per l’appunto Luca Casarini. E lui, forte anche dell’appoggio del Papa per le sue missioni perpetuate nel Mediterraneo, ha rivolto un ringraziamento al presidente Sassoli per l’invito e per il palcoscenico offertogli: “Chiediamo a Lei signor Presidente, l’attribuzione ufficiale per la nostra nave della bandiera europea, da poter issare a fianco di quella del nostro paese”, ha dichiarato Casarini.

Una bandiera che, nelle intenzioni dell’Ong da lui rappresentante, ben presto dovrebbe tornare ad essere sventolata dal vento del Mediterraneo: “Presto torneremo in mare”, ha infatti chiarito Casarini.

Nel suo intervento, l’ex no global ha rimarcato ancora una volta l’importanza che l’Europa recuperi il senso di umanità: “Siamo testimoni di quanto l’idea stessa di Europa sia sottoposta ad un opera continua di sabotaggio dal suo interno – ha dichiarato Casarini – La società civile europea ha dovuto mettere in mare navi per il soccorso di naufraghi, perché il soccorso in mare, previsto dalle convenzioni internazionali, dalla legge del mare e da un senso di umanità che non è negoziabile, in realtà è diventato quasi una colpa per chi lo fa”.

“Le navi e gli aerei militari degli Stati e delle agenzie europee – ha proseguito Casarini – sono state assegnate a compiti che vanno dal controllo delle frontiere a quello sui traffici di armi che prosperano verso la Libia. Ma le persone? Gli esseri umani?”

Infine, una stoccata che sembra essere rivolta direttamente all’ex ministro Salvini: “In mare ci hanno detto per mesi, autorità del nostro paese, portateli in Libia – ha concluso Casarini – Abbiamo disobbedito. Noi non consegneremo mai esseri umani agli aguzzini”.

Anche se il dibattito non si è tenuto all’interno dell’emiciclo del parlamento, il convegno era comunque organizzato dalle massime autorità dell’organo legislativo continentale. E l’invito di Casarini ha rappresentato, in un momento in cui il governo italiano ha dovuto chiudere i porti alle navi con migranti a bordo, una chiara scelta di campo a favore delle Ong.

E non sarebbe, come detto in precedenza, la prima volta. A parlare dinnanzi ai parlamentari europei, nello scorso mese di ottobre, è stata anche Carola Rackete, reduce dello speronamento da lei causato in qualità di comandante della Sea Watch 3 a Lampedusa nei confronti di una motovedetta della Guardia di Finanza.

L’Europa dunque ha preso una netta posizione ed è decisamente a favore della posizione politica assunta dalle organizzazioni non governative.

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