Lo schema che ha comportato l'elezione della popolare Roberta Metsola a presidente del Parlamento europeo andrebbe ribadito anche in Italia e per il Colle: ne è convinto l'europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini che disegna lo scenario che, a suo parere, sarebbe auspicabile per il Belpaese ed il Quirinale, con il premier Mario Draghi a continuare a svolgere un'azione chiave per l'avvenire della ricostruzione della nazione.
L'elezione di Roberta Metsola a presidente del Parlamento europeo deriva pure dalla convergenza del centrodestra europeo..
"Questo accade quando si propongono candidature di chiaro stampo culturale. La candidatura della Metsola è identitaria e non insapore. Tuttavia, questa identità appartiene ad una persona equilibrata e votato al dialogo. La Metsola è figlia della scuola costruttiva della democrazia liberale europea. Come spesso accade, e questo è un buon segnale anche per l'Italia, quando si candidano figure chiare, che non vuol dire divisive, ed appartenenti al mondo moderato, di solito si porta a casa il risultato".
La Metsola è stata votata pure dai Conservatori di Giorgia Meloni e dalla Lega...
"Lo stesso schema di quando abbiamo eletto Antonio Tajani. Dobbiamo partire dalla compattezza del centrodestra, lasciando le porte aperte a chi, dal centrosinistra, vuole disporsi al dialogo costruttivo senza chiederci di diventare fautori di un modello benpensante, verdeggiante e sinistrorzo. Essere europei non significa essere Greta Thunberg ma concentrati su tradizione cattolica e liberale che la Metsola rappresenta e che - mi permetto - lo stesso Sassoli rappresentava".
Passiamo al Belpaese: Manfred Weber è favorevole all'eventuale candidatura al Colle di Berlusconi...
"Esattamente. La figura di Berlusconi è divisiva nella misura in cui ha fatto emergere la divisione tra la politica costruttiva e la politica capricciosa, tra la politica dialogante e la politica pretenziosa, tra la politica che argomenta e la politica che fa il tifo. Il peggiore intervento di ieri, in Parlamento, e mi scuso per la franchezza, l'ha fatto Enrico Letta durante la commemorazione del presidente David Sassoli. Dopo mesi in cui Letta non ha espresso un nome per il presidente della Repubblica ed ha rifiutato qualunque tavolo, ha avuto il cattivo gusto di dire che se Sassoli non fosse mancato, avrebbe potuto proporlo alla presidenza della Repubblica. Modo infantile e modesto di affrontare un passaggio così importante. Il nostro modo è diverso: abbiamo formulato una candidatura chiara, sperando che il diretto interessato sciolga la riserva".
Il centrodestra, però, dev'essere unito come nel caso della Metsola. Altrimenti rischia di non esistere sul lungo periodo...
"L'onere della prova è spostato verso il centro. Non chiedo alla sinistra di Enrico Letta di soccorrerci nell'elezione del Pdr, ma esiste un'area di centro responsabile che ha l'onore di dimostrare che questo Paese non può continuare a subire i ricatti di una politica anacronistica, come quella che diede luogo a quello strano fenomeno politico del tentativo dell'elezione di Romano Prodi. Il centro deve smarcarsi dall'anteporre il potere alle proposte. Il potere va conquistato ma come mezzo e non come un fine. Confido che i centristi si smarchino dal giochino che la sinistra continua a propinargli. Anche perché non è vero che il centro che sta strizzando l'occhio alla destra: semmai, come il caso della Metsola dimostra, sono i candidati centristi ad attrarre i voti "populisti". Che poi, che i populisti siano un male, è tutto da dimostrare. Anche Asor Rosa dava del populista a Pasolini".
Si dice sempre che i poteri economici sperino che Draghi rimanga a Palazzo Chigi...
"Lo hanno detto diverse agenzie e diversi istituti operanti nel settore del credito e della finanza: la presidenza del Consiglio Draghi soddisfa tutti. Il punto centrale è la sua tenuta nel tempo, quantomeno in un tempo che consenta di avere certezze in ordine alla realizzazione del Pnrr. Non è un dato accettato dall'Europa in favore dell'Italia ma una richiesta dell'Europa e dei mercati che l'Italia ha accettato. Le parole europeissime di Manfred Weber lo confermano.
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