Orgoglio azzurro in piazza: "Sì Tav, no ideologia M5s"

Forza Italia si mobilita a Torino per l'alta velocità Berlusconi: manifestazioni nel Paese sulla manovra

Orgoglio azzurro in piazza: "Sì Tav, no ideologia M5s"

Il signor Federico ha occhiali alla Cavour, ma non si perde nelle curve della storia. Anzi, va dritto al punto: «La Val di Susa è ormai un cimitero di fabbriche chiuse e realtà abbandonate. I giovani passano le giornate al bar, senza coltivare un'idea sul proprio futuro. La Tav è per la mia terra l'ultima opportunità». Cosi questo mite bancario, ormai pensionato, ha risposto alla chiamata di Forza Italia e scandisce gli interventi dei relatori con fragorosi battimani.

Bandiere e abbracci. La piccola folla radunata davanti al Municipio per la manifestazione Sì Tav sfodera orgoglio e ottimismo, anche se sarebbe impietoso azzardare paragoni con l'happening della settimana precedente, quello dei trentamila e delle madamin che hanno mandato in cortocircuito la sindaca Chiara Appendino e il ministro Toninelli. Va bene lo stesso: «Non abbiamo paura - arringa dal palco Mariastella Gelmini - pure se questo è un momento non facile per il nostro partito e soprattutto per il Paese e chi stava con noi per convenienza ci ha abbandonato».

La piazza, moderata e borghese per definizione, esplode in un boato. «Oggi - riprende la capogruppo alla Camera di Fi - abbiamo incontrato un grande italiano, il commissario alla Tav Paolo Foietta, e Foietta ci ha spiegato che Toninelli e Conte non hanno ancora trovato un momento per incontrarlo».

Le mamme e i papà schierati sotto il palco s'infiammano. E la signora Emanuela, che gira con l'album delle foto in cui è ritratta insieme a Berlusconi, s'infervora: «Qui mi sento di nuovo giovane». Anche se il freddo punge, in un assaggio d'inverno inzuppato da una pioggerellina fastidiosa.

È stato proprio il Cavaliere a volere questa discesa in campo. E a benedirla con un messaggio per niente diplomatico: «Il rifiuto della Tav è l'ovvia conseguenza dell'ideologia grillina, erede della peggior sinistra del secolo scorso. Con l'aggravante da parte dei 5 Stelle di una totale incompetenza, addirittura esibita come se fosse un titolo di merito».Per questo gli azzurri si mobilitano.

«Ci abbiamo messo la faccia - spiega Osvaldo Napoli, voce storica di Fi, richiestissimo per i selfie di rito - La sindaca e Roma avevano sottovalutato il malcontento dei piemontesi che alla fine è venuto a galla. Il no alle Olimpiadi e il no alla Tav hanno segnato una frattura profonda, forse definitiva, fra l'amministrazione e una città che si sente sempre più emarginata, quasi una succursale di Milano».

Sono gli stessi concetti ripetuti dagli oratori che si susseguono. «No alla decrescita felice», tuona il coordinatore regionale Paolo Zangrillo, fratello di Alberto, il medico di Berlusconi. «I 5 Stelle - aggiunge il senatore Lucio Malan - dicono che siamo ancora agli inizi dell'Alta velocità, ma io sono andato a visitare i cantieri: ci sono chilometri e chilometri di gallerie già scavate».

Nessun tentennamento, dunque, almeno a queste latitudini. La Lega si è defilata, il Pd tace, ma Forza Italia basta a se stessa, almeno per oggi. Grandi cartelli ricordano a tutti la drammatica vertenza della Pernigotti che lotta per sopravvivere. E Antonio Tajani, che ha appena incontrato i lavoratori dell'azienda di Novi Ligure, prova a cucire le diverse questioni: «La manovra presentata dal governo non aiuta la crescita e il lavoro. Per rimettere in moto la macchina servono le infrastrutture come la Tav, non l'elemosina del reddito di cittadinanza». Poi il presidente del Parlamento europeo riassume le cifre della discordia: «Non fare la Tav costerebbe 3 miliardi, farla ancora 3 miliardi. Lo stesso importo, ma con ricadute positive sull'economia, sulle merci trasportate, sul turismo, e pure sull'ambiente perché ci sarebbe una forte riduzione delle emissioni inquinanti».

Giuseppe, minatore da una vita e abitante a Susa, non si tiene più: «Finalmente danno voce anche a noi Sì Tav, schiacciati in un angolo per anni dalle fake news e dalle superstizioni propagate dai centri sociali. Io che ho imbracciato il piccone nelle viscere del Frejus, pretendo che la ferrovia arrivi a compimento. Da oggi noi che siamo qua cominciamo a riprenderci il nostro futuro».

E la kermesse di Torino diventerà un format da riproporre nel Paese, ragionando sui temi più incandescenti. «Presto - è la conclusione della lettera di Berlusconi - saremo in tutte le piazze d'Italia per protestare contro una manovra che mette a rischio il risparmio degli italiani».

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