Ormea, cartelli social contro il ministro

Picchiano duro a colpi di hashtag #facciamorete le donne anti Salvini. E Twitter diventa tribuna elettorale. Qualcuno è andato a ripescare una storia del 2016 in cui l'allora leader della Lega se la prendeva (senza però badare troppo alla forma) con le donne di Ormea, comune di poco più di 1600 abitanti in provincia di Cuneo. Più di due anni fa Salvini espose, tra la folla accorsa a salutarlo, un cartello con scritto: «Ad Ormea i rifugiati sono una risorsa (ha detto il signor sindaco) lo possono testimoniare alcune troie del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse. Sarebbe utile che l'amministrazione comunale chiedesse al prefetto l'arrivo di diverse rifugiate (massimo trent'anni) così anche i mariti usufruirebbero di queste risorse». Cartello finito nel dimenticatoio. Negli ultimi giorni, tuttavia, sono tornate a circolare quelle immagini tra gli account dei social. E domenica è andata in scena una manifestazione di solidarietà nei confronti delle donne di Ormea. In tante hanno voluto mostrare il volto con un cartello in cui veniva scritto a penna l'hashtag #LeDonnediOrmea.

L'iniziativa si è diffusa in tutta Italia com'è tipico delle proteste mediatiche. Serenella Omero, avvocato e consigliere comunale di Ormea, pensa addirittura a qualcosa che superi i confini del web. Al Secolo XIX, infatti, ha dichiarato che si sta pensando a un'azione legale nei confronti del ministro Salvini che, all'epoca dei fatti, aveva esposto con atteggiamento goliardico un cartello dai contenuti veramente imbarazzanti. La possibile azione legale, dunque, si sposa con il messaggio via social lanciato dalle donne di Ormea: «Caro ministro hanno scritto -, siamo donne e come tali chiediamo di essere rispettate.

La nostra campagna è appena cominciata e non si fermerà finché non avremo le scuse ufficiali. Sue e di coloro che hanno scritto quel terribile testo in quel A4. Le donne hanno la testa dura, carattere forte e determinato e arrivano dove vogliono...».