In tempi magri come questi hanno fatto tanto scandalo i megastipendi sopra i 200mila euro Rai a dirigenti e giornalisti e soprattutto a quanti, tra ex dirigenti e giornalisti, sono ormai parcheggiati, ma lautamente retribuiti. E da oggi sono tutti consultabili online sul sito della Rai alla sezione Trasparenza. In realtà non è proprio così perché cliccando su tutti i 94 nomi non è stato sempre possibile verificare compensi e curriculum, molte finestre richiedevano credenziali con tanto di login e password. Solo in tarda serata è stato reso possibile l'accesso.
Rispetto alle indiscrezioni Giancarlo Leone, responsabile palinsesti, emerge che non guadagna 340mila euro ma 360mila euro. Rispetto a giornalisti non più utilizzati come Carmen Lasorella ex volto del Tg2 (200mila) va peggio alla giornalista Giovanna Botteri che ha uno stipendio inferiore ai 200mila euro. E che dunque a onor del vero non dovrebbe stare in questa lista. Meglio di Botteri va per Flavio Mucciante, direttore giornale Radio e Radio 1, che prende 239.365 euro. Nicola Claudio, direttore della segreteria del cda e direttore ad interim dello staff del presidente, guadagna 227.796 euro.
La vicenda ha fatto a tal punto scalpore che il Parlamento ha deciso di chiamare a rapporto i vertici. La presidente della Rai Monica Maggioni (330mila euro) e il direttore generale Antonio Campo dall'Orto (650mila euro) sono stati convocati in audizione in commissione di Vigilanza sulla Rai domani. Con il presidente dell'organismo Roberto Fico (M5s) che annuncia toni da processo: «Sarà l'occasione anche per chiedere conto dello sforamento del tetto dei 240mila euro per gli stipendi Rai».
Sempre domani la commissione ha in calendario l'audizione della direttrice di Rai Fiction, Eleonora Andreatta (270mila euro). «La trasparenza per noi non è solo un obbligo, ma un'occasione unica per continuare il nostro percorso di innovazione creando maggiore valore per l'azienda», ha spiegato Campo dall'Orto nel corso del cda di ieri. Determinato, almeno nella forma, il comunicato del cda nel quale si conferma «il supporto ai vertici perché si proceda all'individuazione di una soluzione per i dirigenti apicali che non hanno al momento un incarico specifico o corrispondente al livello di retribuzione».
«Il tetto dei 240mila euro previsti per i trattamenti economici delle pubbliche amministrazioni è sistematicamente violato», ha sottolineato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Fi) cui ha fatto eco il vicepresidente grillino della Camera, Luigi Di Maio. Su Facebook ha scritto: «Questo mese paghiamo 70 euro di canone Rai, l'ennesimo balzello nella nostra bolletta elettrica. Molti cittadini, che dovranno affrontare questa spesa imprevista, si chiedono cosa stiano pagando con quei soldi. Di certo state pagando i maxi stipendi dei dirigenti». Un'analoga richiesta di taglio dei compensi proviene anche dalla leader di Fdi, Giorgia Meloni.
Per la Rai il tetto introdotto nel 2014 per i dirigenti pubblici era saltato nel 2015 dopo l'emissione di un bond da 350 milioni.
«Spesso si accusano i politici e gli amministratori locali di prendere troppi soldi e di essere pieni di privilegi, poi si scopre che ci sono delle persone che prendono due-trecentomila euro l'anno magari per non fare nulla», ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Mentre il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini è convinto «che il futuro della Rai sia una privatizzazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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