
La sfida dei tempi moderni è una «Rerum Novarum» per l'intelligenza artificiale. Rinnova una piena «adesione» al Concilio e chiede ai cardinali di aiutarlo in questo «giogo di gran lunga superiore alle forze» chiamato a portare. Papa Prevost incontra in forma privata i cardinali e spiega il motivo della scelta del nome Leone XIV. «Diverse sono le ragioni. Principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un'altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell'intelligenza artificiale - sottolinea nel suo intervento - che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
C'è anche la richiesta a rinnovare «insieme» la «piena adesione alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II». E su questo non manca di citare il suo predecessore Francesco, come fatto già il giorno dell'elezione, dalla Loggia delle Benedizioni, e nella prima messa con i cardinali in Sistina.
«Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium, di cui voglio sottolineare alcune istanze fondamentali», sottolinea il Pontefice. Tra queste, «il ritorno al primato di Cristo nell'annuncio», la «conversione missionaria di tutta la comunità cristiana», la collegialità e la sinodalità, l'attenzione «agli ultimi e agli scartati».
Si definisce, Robert Prevost, «un umile servitore di Dio e dei Fratelli»: una frase che richiama quella di Joseph Ratzinger che appena eletto disse di sentirsi un «umile lavoratore nella vigna del Signore». E ricorda ancora una volta Francesco, «con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre». «Raccogliamo questa preziosa eredità - prosegue - e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede». Un richiamo, infine, all'unità della Chiesa, «che vive nella varietà delle sue membra unite all'unico Capo, Cristo, pastore e custode delle nostre anime».
Ieri sono stati anche pubblicati lo stemma e il motto di Leone XIV, come pure l'immagine del neo eletto Pontefice. Lo stemma raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due settori: quello in alto ha uno sfondo azzurro e vi è raffigurato un giglio bianco; quello in basso ha uno sfondo chiaro e vi è rappresentata una immagine che ricorda l'Ordine di Sant'Agostino: un libro chiuso sul quale vi è un cuore trafitto da una freccia. L'immagine richiama l'esperienza della conversione di Sant'Agostino che lo stesso spiegava con le parole «Vulnerasti cor meum verbo tuo», «Hai trafitto il mio cuore con la tua Parola». Il motto scelto è «In Illo uno unum», lo stesso scelto per la sua consacrazione episcopale.
Questa mattina il Papa reciterà il primo Regina Caeli, dalla Loggia delle Benedizioni. C'è attesa per questo primo appuntamento festivo col nuovo Papa, ma soprattutto c'è attesa per le parole di Leone XIV e su come intende impostare questo tipo di eventi.
Di norma, si prevede una breve catechesi, basata magari sul commento alle letture del giorno, quindi dopo la preghiera mariana vera e propria e la benedizione ai fedeli, la possibilità di appelli sull'attualità. Per accedere alla piazza ci sarà un doppio step di controlli: prima ai prefiltraggi più esterni e poi ai checkpoint dotati di metal detector. Si attendono oltre 150mila persone.