Il Papa sconfessa l'imbucato Marino

Sul volo di ritorno dagli Usa il Pontefice ridicolizza il sindaco: «Non l'ho invitato io e nemmeno gli organizzatori»

Lasciate in pace il sindaco Marino. In santa pace.

Ci viene da dire questo e persino dell'altro, in un moto di simpatia subitaneo e fraterno, empatia che stamperemmo volentieri a mo' di benevolo buffetto sulla guancia (a patto che porga pure l'altra, possibilmente). Parleremmo per ore e ore, in difesa di questo primo cittadino che mira a farsi ultimo per disegno tanto pervicace da assurgere al divino. Anima prediletta, in fondo, proprio in quanto scalognata e goffa, capace non di scacciar via i mercanti dal tempio, e ciononostante restare solo ed emarginato dal suo stesso, affaristico partito d'elezione, il Pd. Peccatore che raccoglie su di sé i peccati del mondo (che frequenta e non), immagine stessa ma capovolta della sofferenza del proprio segretario politico, che pure lo avversa come pochi altri (D'Alema forse). Tenendosi tuttavia entrambi in pugno: Matteo con la giovanile irruenza del potere, Ignazio non si sa ancora in virtù di quale scudo: spaziale o minatorio, lo si capirà un giorno. Ed è per questo che non ci sentiamo di perorare l'invito luttuosamente sarcastico di Francesco Storace: «La città non commenti e si prepari alle esequie laiche».

Marino è un pellegrino, sia chiaro. Pellegrino imbucato, anzi un «imbucato speciale», per dirla con la verve di Giorgia Meloni. Gli tocca in sorte il fardello che a pochi uomini nella storia è toccato: non la cura disattesa della città millenaria (impresa già fallita) quanto piuttosto la scomunica diretta - lo «sbugiardamento» per usare parole della politica (Alemanno, Saltamartini, i grillini, che ne chiedono le dimissioni) - nientemeno che di Sua Santità, Papa Re Bergoglio. Non sappiamo quali siano i motivi che hanno indotto il gesuita sopraffino, spirituale e materiale allo stesso tempo, amatissimo dalle folle, a puntare in tutta sincerità e severità l'indice sul sindaco di Roma. L'avrebbe potuto dire in mille modi, senza trasgredire alle forme usuali delle pietà di canonica, della carità cristiana. Ma evidentemente veritas premitur non opprimitur , la verità può essere oppressa, non soppressa. E l'esposizione della verità non ammette doppiezze ( veritas simplex ratio est ). Così ecco accadere l'irreparabile sull'aereo che riporta Papa Francesco in Vaticano, quando gli viene domandato di quanto Marino aveva poco prima detto: «Sono andato all'incontro mondiale delle famiglie di Philadelphia perché invitato dal Papa». Bergoglio si fa serio e preciso: «Io-non-ho-invitato il sindaco Marino», scandisce come per farsi intendere da buoni e cattivi intenditori. «Chia-ro?», aggiunge dopo una pausa (lunga, per Marino, quanto il giudizio di Domineddio). Infine, la pietra tombale: «Io non ho fatto... Ho chiesto agli organizzatori, neppure loro lo hanno invitato... Lui si professa cattolico, è venuto spontaneamente. È chiaro, neh?».

Chiarissimo, basta così. Di più non si puote, né lecito dimandare. Se le difficoltà nell'organizzazione del Giubileo o la trasandatezza intollerabile dell'amministrazione abbiano superato le mura Leonine, e ispirato il Pontefice, non sappiamo. Non vogliamo. Dobbiamo invece riferire che il pover'uomo, in una triste nota del Campidoglio, poi in un video postato su Facebook , spiega d'essere stato invitato dal sindaco e dal vescovo di Philadelphia e «stufo di queste polemiche create ad arte» nonché «dispiaciuto che abbiano addirittura disturbato il Santo Padre». In serata poi puntualizza via Twitter: «Grazie alla Temple University per l'invito e per avere pagato le spese per il viaggio». Frastornato e immemore, miserere, di quanto dichiarato in un forum al Messaggero (dunque in presenza di più testimoni), il 22 settembre: «Quando a giugno mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza... Ho detto a monsignor Paglia che sarei stato molto lieto di partecipare all'organizzazione della visita».

E ancora: «In Vaticano vivono positivamente la capacità organizzativa dimostrata da Roma... Di certo è un piano Giubileo realizzato in corsa, sappiamo dell'anno santo straordinario da aprile, ma fa parte della straordinarietà di questo Papa...». Attento, Marino. Solo scherzar coi fanti si può, e basta là.

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