Il paradosso del mercato del metano: Italia pronta all'export ma i prezzi non calano

Cingolani: "Inverno coperto con stoccaggi pieni, possiamo esportare". A breve la proposta per legare i costi del gas a un indice più stabile

Il paradosso del mercato del metano: Italia pronta all'export ma i prezzi non calano

In questo mercato del gas impazzito, può accadere anche che un Paese considerato vulnerabile sul piano delle forniture possa vedere improvvisamente svoltare la sua posizione e trovarsi con un eccesso di metano. A tal punto da poterlo rivendere ai vicini. Nelle ultime settimane si sta trovando in questa situazione proprio l'Italia. A spiegare cosa sta succedendo è stato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani: «Bisogna distinguere i timori economici-inflattivi per il costo dai timori sulle quantità di gas», ha detto il ministro ospite di a Mezz'Ora in + su Rai 3. «In Italia in questo momento stiamo esportando. Oggi ci sono oltre 40 milioni di metri cubi di gas per gli stoccaggi e tra i 18 e i 20 milioni esportati». Sabato Eni ha annunciato l'azzeramento delle forniture russe a Tarvisio, ma per il momento l'Italia sta comunque attraversando una finestra di relativa tranquillità: da un lato, le temperature rimangono buone e sono diminuiti i consumi dei condizionatori; dall'altra, il Paese ha superato l'obiettivo di riempimento degli stoccaggi al 90% con un mese di anticipo sulla tabella di marcia e negli ultimi mesi ha diversificato le forniture della materia prima. Questa situazione fa sì che Roma abbia un eccesso di metano, tale da poterlo esportare. Ed è anche il motivo per cui presso il Punto Virtuale di Scambio, la piattaforma di scambio per la compravendita di gas in Italia, i prezzi la scorsa settimana sono calati fino a un minimo di 80 euro al megawattora, in confronto al Ttf di Amsterdam dove il prezzo lo scorso venerdì ha chiuso a 189 euro al megawattora. Una situazione che, se si dovesse protrarre per tutto il mese di ottobre, potrebbe portare qualche sollievo alle bollette degli italiani.

«Ottima notizia, senz'ombra di dubbio», è stato il commento di Osvaldo Napoli, responsabile Trasporti di Azione. «Rimane solo da chiederci: a quale livello di prezzo sono stati costituiti gli stoccaggi di gas in Italia? E, di conseguenza, a che prezzo lo stiamo esportando? Credo che sia utile saperlo».

Cingolani, nel corso dell'intervista, si è dimostrato tranquillo per l'inverno: la situazione attuale «ci porta a simulazioni in cui noi abbiamo un inverno coperto», al netto di «eventi catastrofici» come ad esempio «un clima molto rigido». Il discorso poi fila via sulla trattativa con l'Europa su interventi strutturali per limitare i prezzi del gas. «Nelle prossime 48 ore mandiamo la nostra proposta», ha spiegato Cingolani. «L'obiettivo comune è quello di arrivare al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo europei di Praga il 6 e 7 ottobre con una decina di linee concordate». L'ipotesi ragionevole, ha ribadito, è quella di «indicizzare il prezzo del gas agganciandolo a Borse un pò più stabili» rispetto al Ttf, «che non ha nulla a che vedere con la situazione reale e con i meccanismi di domanda offerta». L'idea è quella di realizzare un nuovo indice europeo che sia da riferimento per il prezzo del gas e meno soggetto a dinamiche speculative.

Cingolani ha detto di

avvisare Giorgia Meloni, probabile prossima premier, su tutti i dossier internazionali in cui è coinvolto. Al nuovo governo spetterà il lavoro di traghettare il Paese fuori dall'emergenza, affrancandolo dalle forniture di gas russo.

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