Alla fine, dopo quello che si immagina sia stato un lunedì di fuoco, Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa e parlamentare iscritto nel gruppo di Democrazia solidale, si è dimesso.
Da ieri, fa sapere un nota battuta dalle agenzie, l'ex generale dell'Esercito di corpo d'armata entrato in parlamento nel 2013 nelle file della montiana Scelta Civica, ha rimesso nelle mani del ministro Pinotti le sue deleghe. Il motivo? L'ultima puntata del programma tv Le Iene (andato in onda domenica su Italia Uno) dove si racconta del figlio dello stesso Rossi, Fabrizio, assunto come assistente parlamentare da un collega di partito, Mario Caruso. Nel comunicato con cui annuncia la remissione delle deleghe Rossi prova a difendersi denunciando le presunte «storture» del programma che ipotizzerebbe favori e nepotismi oltre la soglia del malcostume. «Sono accuse infondate e lesive della mia persona quelle rivoltemi nel servizio delle Iene. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione. Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l'assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione».
In effetti formalmente le cose stanno proprio così, se non fosse per il fatto che una ex stagista, rimasta per oltre un anno e mezzo a lavorare presso l'ufficio di Mario Caruso, ha contattato la redazione delle Iene per denunciare quella che lei considera un'ingiustizia: lei a lavorare gratis mentre il figlio del sottosegretario percepisce una regolare retribuzione senza presentarsi mai in ufficio. Una telecamera nascosta mostra lo stesso Caruso che candidamente confessa alla giovane assistente «volontaria» (vittima anche delle sue avances) di aver assunto «il figlio del sottosegretario Rossi per fargli un favore». Caruso si giustifica dicendo che non è lui a pagare il figlio di Rossi ma suo padre.
Il generale Rossi non è un volto nuovo delle Iene. Era stato già pizzicato nel 2016 mentre andava allo stadio con l'auto blu per assistere a una partita della Roma. E Rossi minaccia: «Ho dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l'immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali».
Sulla questione, oltre al Movimento Cinquestelle, è intervenuta addirittura la presidente della Camera, Laura Boldrini: «La situazione messa in evidenza dal servizio trasmesso domenica sera dalle Iene è inaccettabile. La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è grave sempre, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento ed è tenuto ad esercitare la sua funzione con disciplina e onore, come stabilisce la Costituzione.
I comportamenti dei due deputati, qualora risultasse confermata, getterebbero pesante discredito su tanti altri loro colleghi che invece agiscono in maniera corretta. Ha chiesto una ricostruzione dell'accaduto per valutare eventuali iniziative».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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