Governo

Il "patriottismo" di sinistra: insulti a Giorgia

L'opposizione vola basso: "Pesce in barile", "negazionista come Putin"

Il "patriottismo" di sinistra: insulti a Giorgia

Ascolta ora: "Il "patriottismo" di sinistra: insulti a Giorgia"

Il "patriottismo" di sinistra: insulti a Giorgia

00:00 / 00:00
100 %

Mentre il premier è impegnato al G20 di New Delhi i leader dell'opposizione sono impegnati nelle polemiche di casa nostra. Le relazioni bilaterali con l'India? L'accesso dei prodotti italiani nel mercato cinese? Il superamento della via della Seta discusso con i premier cinese Li Qiang? L'intesa sul nuovo progetto di corridoio economico e infrastrutturale per collegare India, Medio Oriente e Europa? Macchè, la sinistra è ancora alle prese con i ben più rilevanti casi Vannacci e Giambruno. Particolarmente turbato è Pierluigi Bersani, rientrato con grande entusiasmo nel Pd di Elly Schlein e grande mattatore delle Feste dell'Unità questa estate. Nell'ultima, a Ravenna, aveva dato del «coglione» al generale, in quella di Bologna l'altro giorno invece è tornato sull'argomento ma per attaccare direttamente la Meloni: «Dice sempre sono una donna, sono una mamma, ma sulle questioni importanti poi fa il pesce in barile. Soprattutto nei rapporti col caso Vannacci» dice l'ex segretario del Pd.

Poi, sempre in tema ittico, lamenta che «questa destra, sui prezzi e clima, non sa che pesci prendere». Ancora sul caso Vannacci e la sua battuta sul Bar Italia, «se io parlo di diritti da maestrino, appaio come quello del politicamente corretto, che sta sui coglioni a tutti. Questo, invece, è ancora un terreno di battaglia. Non dobbiamo stancarci di combattere». La sua leader di partito, Elly Schlein, ancora scossa dalle parole della Meloni sul compagno Giambruno (in conferenza stampa il premier aveva detto che quello di non abbassare mai la guardia «è un consiglio che molti genitori darebbero ai propri figli», parole «gravi e pericolose per chi ricopre un incarico istituzionale così alto» secondo la Schlein), sempre alla Festa del Fatto torna sulla Meloni. Il decreto Cutro «rende più difficile salvare le vite in mare. Serve una mare nostrum europea» dice la parlamentare (ma poco presente in aula), mentre definisce la cancellazione del reddito di cittadinanza - sostituito, ricordiamo, da nuove misure di aiuto per le fasce deboli - «una scelta brutale, che ha spiazzato e spaventato tante persone in difficoltà, che sono andate a bussare dai sindaci».

Anche l'altro leader dell'opposizione, Giuseppe Conte, più che al lavoro del governo italiano al G20 (che pure lo riguarda, essendo lui il sottoscrittore per l'Italia dell'intesa commerciale con la Cina, la cosiddetta Via della Seta) preferisce rimanere nell'orto domestico e parlare del superbonus, altra misura «scassa-conti» su cui ha messo la firma il suo governo. Il leader M5s è risentito per le critiche al superbonus arrivate soprattutto dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, «una campagna vigliacca per mascherare i propri fallimenti. Non c'è alcun buco nel bilancio dello Stato, il superbonus che è stato decisivo per far salire il Pil dell'11% in due anni e ha creato un milione di posti di lavoro» continua a dire Conte, malgrado il costo esorbitante della misura e i 4 miliardi di crediti certificati come fasulli. Si fa sentire anche il verde Angelo Bonelli, che accusa la Meloni di essere una «negazionista» del cambiamento climatico, come Putin e pure «influenzata dalle lobby delle fonti fossili», un gentile viatico per i vertici dell'Italia a New Delhi.

Un po' di patriottismo non guasta.

Commenti