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Patto dei due Matteo in vista su referendum, fisco ed etica

Salvini e Renzi meditano l'appoggio reciproco su reddito e riforma Csm. Sintonia su tasse e ddl Zan

Patto dei due Matteo in vista su referendum, fisco ed etica

La doppia campagna referendaria su giustizia e abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe sancire il primo vero asse elettorale tra i due Matteo. Salvini e Renzi, da tempo, stanno verificando la praticabilità di un'agenda comune tra Lega e Italia Viva.

A piccoli passi si procede verso un patto su cinque punti: giustizia, tasse, giustizia, legge elettorale, reddito di cittadinanza e ddl Zan.

La prospettiva è un'alleanza politica. Obiettivo non a portata di mano. Nel frattempo però, i due Matteo giocano di sponda. Il leader della Lega è impegnato pancia a terra nel sostenere la raccolta firme per i referendum sulla giustizia: 6 quesiti per dare la spallata decisiva al blocco giustizialista. «Dieci giorni di luglio con 40 gradi, 200mila firme raccolte, siamo solo all'inizio» - commenta da Catanzaro Salvini.

Dal fronte di Italia Viva, l'altro Matteo valuta l'offerta leghista di un asse sul referendum: «Ci stiamo ragionando se firmarlo, non c'è obbligo di partito. Passerà perché ha già 5 Regioni. È un incentivo e uno stimolo per fare riforme più serie», spiega Renzi da Napoli in occasione della presentazione del suo libro Controcorrente.

«È in corso una riflessione. La posizione ufficiale di Italia viva non c'è ancora», spiega al Giornale una fonte di primo piano di Italia Viva. La battaglia di Salvini incassa l'ok del vicesindaco Pd di Cremona Andrea Virgilio che annuncia l'adesione ai referendum. Altra firma di peso è quella dell'avvocato Romolo Reboa, legale delle 29 vittime di Rigopiano.

A parti invertite i due Matteo potrebbero ritrovarsi a giocarsi un'altra partita referendaria: la richiesta, avanzata da Italia Viva, di abrogare il reddito di cittadinanza, misura bandiera del M5s. Italia Viva vorrebbe promuovere la raccolta firme per chiedere il referendum nel 2022.

La Lega osserva e potrebbe lanciarsi sull'operazione. Sulla corsa renziana verso il referendum spunterebbe un ostacolo: non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere. Le due campagne referendarie spingerebbero, però, i due Matteo a combattere fianco a fianco una competizione elettorale: il passo verso un'intesa politica diventerebbe quasi inevitabile.

Su altri temi i due Matteo giocano nella stessa metà campo: fisco, ddl Zan e legge elettorale. Oggi approda in Senato il testo del ddl Zan: in commissione Giustizia, prima della calendarizzazione del voto, Lega e Italia Viva hanno sostenuto la proposta di mediazione avanzata dal legista Andrea Ostellari, presidente della commissione.

Di ieri le parole di Davide Faraone, capogruppo Iv a Palazzo Madama: «Salvini ha dimostrato ciò che dice presentando il testo Ostellari, che modifica il ddl Zan. Dal mio punto di vista non è ancora l'optimum, ma sicuramente è un deciso passo avanti». Tutto miele renziano verso il Carroccio. Tralasciando la partita Quirinale, le cui variabili sono infinite, nell'agenda dei due Matteo ci sarebbero altri due punti: legge elettorale e fisco. C'è una proposta di riforma fiscale a firma dell'economista renziano Luigi Marattin: abolizione Irap, riforma dell'Irpef (con nuovi scaglioni), cancellazione delle addizionali locali, riduzione delle imposte per il ceto medio. Un testo verso cui Lega e Forza Italia strizzano l'occhio.

Resta aperto il dossier legge elettorale: tra Roberto Calderoli ed Ettore Rosato i contatti sono quotidiani. I renziani guardano al modello di legge elettorale adottata per le elezioni regionali.

Ipotesi su cui i leghisti sono pronti al confronto.

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