
Un'alleanza tra istituzioni, sindacati e associazioni datoriali «per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell'Italia».
È questa la proposta che Giorgia Meloni presenta ai sindacati, in un incontro convocato a Palazzo Chigi, un tassello di quella offensiva del dialogo che la premier sta mettendo in campo con le parti sociali, cercando di riportare tutti alla disciplina del confronto. Un faccia a faccia durato quattro ore che è andato a smentire chi - dall'opposizione ma anche dall'interno del sindacato - adombrava il sospetto che la concomitanza con altri appuntamenti istituzionali avrebbe finito per determinare l'assenza della Meloni. Alla fine, di fronte ai leader di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu, Cse e al presidente dell'Inail, Fabrizio D'Ascenzo, ci sono oltre la premier, il vicepremier Antonio Tajani, i ministri Marina Calderone, Adolfo Urso, Tommaso Foti, e i sottosegretari Lucia Albano e Alfredo Mantovano.
«La sicurezza sul lavoro è stata da sempre una priorità del governo, l'abbiamo messa sin da subito al centro della nostra azione. Questa è la ragione per la quale siamo qui oggi: unire gli sforzi, anche e soprattutto per radicare nella nostra Nazione una solida cultura della sicurezza sul lavoro che sia capace di prevenire le troppe tragedie che continuano a ripetersi, spesso con le stesse dinamiche e le stesse cause». L'intenzione è quella di promuovere una offensiva della sicurezza, mettendo sempre al centro il dialogo con i soggetti coinvolti a vario titolo nella prevenzione.
«Quello degli incidenti e dei morti sul lavoro è un fenomeno, come ha ricordato il Presidente Mattarella il Primo Maggio, che non può tollerare né indifferenza né rassegnazione'. Il cordoglio non basta: a noi viene chiesto di agire, e di farlo nel modo più efficace possibile» dice la premier.
Sul tavolo il presidente del Consiglio mette quanto già fatto dal governo: la patente a crediti, l'assunzione di 1600 nuovi ispettori, misure per incoraggiare le imprese a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, sanzioni più severe sia dal punto di vista amministrativo che penale, le norme contro lo sfruttamento e il caporalato, definiti da Meloni «reati orribili». Misure insomma che vanno a coniugare la prevenzione e la repressione.
«Vogliamo fare molto di più» aggiunge la Meloni che ricorda lo stanziamento, insieme all'Inail, di oltre 1,2 miliardi «per realizzare una serie di interventi concreti a tutela dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei datori di lavoro». «È un segno della nostra determinazione sul tema».
Quindi formazione per i lavoratori e i datori di lavoro e divulgazione di queste tematiche nelle scuole, sia per gli studenti che per i docenti, per i quali per altro il governo sta rendendo strutturale la copertura assicurativa Inail; meccanismi di premialità per le imprese che investono in prevenzione, ad esempio con il meccanismo del «bonus-malus» relativo al calcolo dei premi Inail e con una particolare attenzione al settore agricolo; campagne informative dedicate, anche con laboratori specifici dedicati ai giovani. Da parte dei sindacati l'accoglienza è positiva. Pierpaolo Bombardieri parla di clima positivo e di disponibilità del governo a mobilitare ulteriori risorse. Le nostre proposte sono state accolte, ora bisogna entrare nel merito. Lo stesso Maurizio Landini approva il metodo del dialogo scelto dal governo.
Ma rilancia: Sul problema dei subappalti la soluzione è andare alle urne e approvare i referendum.Per dare forma e sostanza al metodo del dialogo, Meloni annuncia una decisione operativa per rafforzarlo: la nomina di Stefano Caldoro a consigliere per le tematiche afferenti ai rapporti con le parti sociali.