Roma - In campagna elettorale ogni regola non vale. Affissioni a go go, parabrezza trasformati in bacheche di volantini che si coprono l'uno con l'altro, stalking elettorale via sms, spam nelle caselle mail: tutte pratiche vietate, tutte regolarmente ripetute a ogni appuntamento con l'urna. A indignarsi ormai si passa da ingenui.
Ma vale la pena almeno segnalare l'ultima frontiera varcata dal fenomeno campagna selvaggia: lo spam di governo. Il primato che non inorgoglisce se lo aggiudica il sottosegretario del ministero alla Pubblica amministrazione e semplificazione normativa Angelo Rughetti. Accade che a una manciata di ore dalle elezioni da una casella di posta del governo con tanto di dominio @funzionepubblica.it in uso allo staff di Rughetti, parta un messaggio di propaganda elettorale girato a un nutrito numero di destinatari che però né hanno la tessera del partito, non tutti almeno, né hanno accettato di ricevere materiale di propaganda.
Il tenore del messaggio è inequivocabile, a partire dall'oggetto che qualifica (impropriamente) i destinari: «Lettera agli elettori del Pd del Sottosegretario di Stato Angelo Rughetti». Il testo è conseguente: «Care amiche e cari amici, domenica prossima sarà una giornata molto importante per tutti, si deciderà il futuro della nostra città e si sceglierà dove vorremo che andrà Roma nei prossimi anni». Il sottosegretario, naturalmente, un'idea precisa di dove andare ce l'ha: in mano al suo partito, il Pd, che ha già così brillantemente gestito la città negli ultimi anni. L'accorato appello al voto parte con una severa critica ai toni del dibattito tra i candidati sindaci che dimenticano i problemi di Roma. E allora che fare? «Fortunatamente Roberto Giachetti si è candidato sindaco per Roma». La mail termina con i «santini» delle «persone che sostengo», firmato «Angelo». Sperando che Giachetti non abbia lo stesso senso delle regole di Rughetti. Lo spam elettorale è infatti accuratamente disciplinato dal Garante della privacy con un provvedimento del marzo 2014 pubblicato in Gazzetta ufficiale, che pone limiti proprio allo spam con mezzi elettronici, come sms o mail. Inoltre, lo specifica chiaramente la newsletter del Garante, «un candidato non può usare a fini di propaganda elettorale i dati personali in suo possesso per ragioni istituzionali».
Rughetti non è candidato, ma l'analogia pare evidente. Il suo staff, contattato dal Giornale, si assume la colpa dello svarione, parlando di iniziativa personale per diffondere il messaggio pubblicato da Rughetti su Facebook.
Ma la questione non cambia: una mail dello Stato è stata usata per fare propaganda politica con un indirizzario raccolto attraverso l'attività istituzionale. Non male per un politico come Rughetti che, da segretario dell'Anci, promosse regole più dure contro le affissioni elettorali abusive.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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