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La sinistra gioca alle primarie nella Bologna immersa nel degrado

Il capoluogo emiliano si prepara a scegliere il candidato sindaco dei dem. La sinistra riformista sfida quella ortodossa mentre la città è abbandonata a se stessa

La sinistra gioca alle primarie nella Bologna immersa nel degrado

Se è vero che i panni sporchi si devono lavare in casa, è proprio per questo che nella roccaforte della sinistra, Bologna, tira aria di scontro finale all'interno del Pd. Le primarie che si terranno domani serviranno sì per decidere il candidato sindaco che in autunno proverà a proseguire il lavoro di Virginio Merola, ma la sensazione è che in palio ci possa essere molto di più. "Il futuro della sinistra", addirittura, secondo il segretario dei dem Enrico Letta.

Il riferimento è al background dei due candidati e agli schieramenti che rappresentano. Da una parte c'è Matteo Lepore, attuale Assessore alla Cultura, braccio destro di Merola, discendente in un certo senso dell'ala più rossa del Partito Democratico, quella per dire incarnata in città da Emily Clancy. Ma a sostenere Lepore ci sono anche i mostri sacri come l’ex presidente della regione Vasco Errani e l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Oltre, ovviamente, ad Enrico Letta. Persino i (quasi inesistenti) grillini, o "contini" come si potrebbero definire a questo punto, sembrano caldeggiare una sua vittoria, nell'ambito di quel continuo e costante ammiccamento tra Pd e 5 Stelle sia a livello locale che nazionale.
Messa così sembrerebbe la storia di un trionfo annunciato.

E invece, la sfidante, Isabella Conti, è tutt'altro che spacciata. Sindaco del vicino comune di San Lazzaro di Savena (30mila abitanti), è ufficialmente indipendente, ufficiosamente il cavallo di Troia di Matteo Renzi. Pur facendo parte di Italia Viva, infatti, si è ben guardata, di comune accordo col suo leader, di palesare la sua appartenenza spendendo il nome dell'ex premier, che in questo momento trasforma in stagno tutto ciò che tocca. Compreso l'oro. A sostenerla c'è tutta l'area riformista dei dem locali, gli affezionati all'idea di Pd tracciata da Renzi. Quella secondo cui la sinistra moderna dovrebbe guardare più al centro moderato che al fronte radicale o pentastellato.
L'affluenza si prevede alta ma non altissima, ai seggi dovrebbero recarsi oltre 20mila persone, mentre per ora sono circa 5mila quelle iscritte per la votazione online. Lepore parte in vantaggio, ma più votanti ci saranno più salirà il rischio di un clamoroso ribaltone.

Ciò che è certo, è che mentre la sinistra "gioca" alle primarie con quella che sembra a tutti gli effetti una resa di conti interna al partito, la città di Bologna gode tutt'altro che di buona salute.
Tra sprechi, zone franche e degrado, tanto degrado, il volto di Bologna dopo 10 anni di amministrazione Merola è cambiato, ma in peggio.
Dalle periferie la sinistra è ormai costretta a scappare, le poche volte che i due candidati si sono presentati tra la cittadinanza hanno finito per prendersi a male parole, e il rispetto delle norme anti-Covid a targhe alterne, come hanno dimostrato le immagini degli assembramenti in Piazza Verdi o a Villa Angeletti in occasione del 25 aprile, ha palesato la difficoltà dell'amministrazione comunale a tenere a bada gli ambienti più radicali.

Quartieri come il Pilastro, estremamente popolare e noto per l'alto tasso di criminalità negli anni '70-'80, è balzato agli onori delle cronache per la celebre citofonata di Matteo Salvini mentre era Ministro dell'Interno. Quella volta chiese "Scusi, lei spaccia" ad un 17enne tunisino che diventò idolo della sinistra. Un anno dopo, però, finita l'ubriacatura mediatica, i carabinieri hanno arrestato i genitori per spaccio, e il Pilastro è tornato ad essere abbandonato a se stesso. La donna che accompagnò Salvini quel giorno, peraltro, Anna Rita Biagini, ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte per aver provato ad "ostacolare" lo spaccio nel quartiere e avrebbe ricevuto dai carabinieri la forte raccomandazione ad esporsi meno possibile.

Altro caso interessante è quello del quartiere Bolognina. L'amministrazione comunale l'ha dipinto spesso come un simbolo di riqualificazione, come una sorta di paradiso dell'anticonformismo e di volto nuovo e cosmopolita della città. È finita che, dal primo lockdown ad oggi, la Bolognina è diventato il Bronx. Tra risse, forze dell'ordine sempre più costrette a tenersi alla larga (pur essendoci la vicina caserma Navile), assoluto sprezzo delle norme (il coprifuoco non è mai stato rispettato), alcuni residenti come testimoniato da Simona Bentivogli, portavoce del comitato "Progetto Bolognina", stanno addirittura pensando di assumere delle guardie private.

Situazione simile al "Treno" in zona Barca all’interno del quartiere Borgo Panigale Reno, dove esponenti di Fratelli d'Italia denunciano da tempo l'insicurezza generale e la mancanza di illuminazione e videosorveglianza. Stamattina gli stessi militanti di FdI hanno lanciato un altro grido d'allarme, facendosi portavoce dei residenti della zona Massarenti, in merito allo spaccio e al degrado all'interno dell'edificio della ex caserma Stamoto. Fratelli d'Italia ha organizzato una raccolta firme per chiedere la riqualificazione dell'ex caserma, affermando nuovamente con forza la necessità di maggiore legalità in città.
Anche per questo, l'on. Galeazzo Bignami non esita a parlare al Giornale.it di Lepore e Conti come di "Due facce della stessa medaglia", perché di fatto entrambi sarebbero espressione delle stesse dinamiche che hanno ridotto Bologna a un colabrodo (Lepore, tra l'altro, è tutt'ora amministratore).

Discorso simile per quanto riguarda le infrastrutture.
L'amministrazione ha inaugurato il People Mover, una navetta elettrica che collega l'aeroporto alla Stazione Centrale in 7 minuti, scegliendo dopo 11 anni di attesa il momento peggiore in assoluto, quello cioè dello scorso autunno, quando a causa delle restrizioni anti-Covid il traffico di viaggiatori da e per l'aeroporto rasentava lo zero con conseguente carico sulle casse comunali, visto che da Palazzo d'Accursio avevano assicurato di coprire di tasca loro l'ammanco dei biglietti rimasti invenduti.

E il Fico? Il grande parco del food ideata da Oscar Farinetti è un flop che continua a sprecare soldi, anche pubblici (il bilancio del 2020 si è chiuso con una perdita di 4,3 milioni di euro che si sommano a 3,14 milioni di euro bruciati nel 2019).

Umberto Bosco, consigliere comunale della Lega, aggiunge al Giornale.it altri dettagli: "I casi Pilastro e Bolognina si conoscono, ma sono meno noti i tentativi di riqualificare delle zone che hanno incontrato la resistenza da parte dei centri sociali. Come lo spazio Xm24, prima concesso e poi sgombrato solo a seguito di una sorta di guerriglia urbana. Allo stesso modo questa amministrazione considera una zona franca la zona universiaria, dove le regole vengono disattese di continuo e i comportamenti sono al di sopra della legge. Lepore e il Pd non hanno idee, fanno dietrofront continui, tralasciano i dossier di loro competenza. Si pensi alla Villa Aldini, costruita per accogliere Napoleone, patrimonio storico e artistico dove per anni il Comune ha piazzato richiedenti asilo per poi abbandonarla al bivacco. Ora è leggermente risistemata ma rende l'idea di come Lepore, Assessore alla Cultura, non sappia gestire nemmeno il patrimonio culturale della città".

Infine, c'è il capitolo Passante di Mezzo, il progetto di allargamento di tangenziale e autostrada che è ancora fermo al palo. Il centrosinistra per anni aveva in mente un progetto di Passante Nord salvo poi procedere spedita verso il Passante di Mezzo che però ancora non si fa, e che le opposizioni non vorrebbero nemmeno fare (FdI, Lega e Forza Italia sono per il Passante Sud).

Insomma, in questo clima di immobilismo Bologna è preda degli scontri ideologici interni alla sinistra. L'esito delle primarie servirà a stabilire quale delle correnti o chi dei testimonial, di volti noti che si schierano con Lepore o Conti, avrà avuto la meglio.

Ma a molti cittadini l'idea di un Guazzaloca bis, il primo sindaco non comunista di Bologna che nel 1999 vinse le elezioni a capo di un polo civico e moderato, non dispiace affatto.

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