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Pd, pressing su Letta per arginare i renziani

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Pd, pressing su Letta per arginare i renziani

Rieccolo. Difficile dire altro davanti all'ennesima polemica innescata da una frase di Rocco Casalino, ex portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, famoso per l'incontinenza verbale. Ancora lui, non dovevamo vederci più? E invece Casalino da quando Conte ha traslocato da Palazzo Chigi imperversa in tutti gli studi televisivi. Mattina, pomeriggio e sera per presentare il suo libro «Il Portavoce». Ma poi è chiaro che si finisce a parlare dell'attualità politica. Come non chiedere allo spin doctor di Conte un commento sulle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del Pd. Infatti glielo chiede Serena Bortone, conduttrice del programma di Rai1 Oggi è un altro giorno.

La dichiarazione è forte. «Ci sono alcune persone del Pd che sono straordinarie come Zingaretti e anche Franceschini che ho conosciuto - spiega Casalino - E poi ci sono alcuni cancri che riescono a distruggere il bello del Pd. Bisognerebbe estirpare questi cancri». In studio cala il gelo. La Bortone, interdetta, fa notare al comunicatore lo scivolone comunicativo. Lui ci mette una pezza: «Forse ho usato un'espressione sbagliata, diciamo questi elementi negativi». Ma la frase di Casalino è anche il segnale che il clima è cambiato. Archiviata la stagione zingarettiana dell'alleanza organica M5s-Pd sotto l'egida di Conte, è scattato il liberi tutti.

Nel frattempo è già scoppiata la bomba nel Pd. Reagisce subito Andrea Romano, deputato dem in Commissione Vigilanza Rai. «Non è in alcun modo tollerabile che qualcuno (Casalino o chiunque altro) definisca il Pd un corpo con cancri da estirpare, per di più - twitta Romano - su una rete del servizio pubblico. L'ad Rai e il direttore di Rai1 ne dovranno rispondere in Vigilanza, ora basta».

Secondo il deputato Emanuele Fiano il Pd «deve pretendere scuse formali da Casalino e anche Giuseppe Conte dovrebbe parlare». Per Filippo Sensi, deputato Pd ed ex portavoce di Matteo Renzi a Chigi, Casalino va in giro «a giocare sulla malattia, sulla pelle degli altri e sulla dignità di una comunità politica». Stefano Ceccanti, deputato dem e costituzionalista, scrive su Twitter: «Anche una volta che si smetta di esercitare un ruolo pubblico delicato non credo che debba venir meno l'impegno ad esercitarlo con disciplina ed onore. Nelle parole di Rocco Casalino di oggi sui cancri da estirpare in uno dei partiti che ha sostenuto lealmente il governo per cui lavorava non c'è né l'una né l'altro». Dura Alessia Morani: «Finché con il voto al governo Conte il suo lauto stipendio veniva garantito non c'era nessun cancro da estirpare nel Pd. Quando parla del mio partito Casalino si sciacqui la bocca». Matteo Orfini ne approfitta per seppellire la strategia di Zingaretti: «Direi che possiamo considerare questa garbata esternazione la chiusura di una stagione piuttosto infelice». Proprio uno dei fedelissimi dell'ex segretario, il responsabile organizzazione del Pd Stefano Vaccari, all'indomani della nascita dell'intergruppo Pd-M5s-Leu approvava con un cuoricino su Twitter questa frase: «E se dovessimo perdere qualche metastasi renziana, pazienza».

Concetto e linguaggio non dissimili da quelli di Casalino. Che si giustifica di nuovo: «La mia frase è stata oggettivamente infelice». Però c'è un ma: «Il Pd è una comunità fatta di tante persone straordinarie come Zingaretti e tanti altri che ho avuto modo di conoscere di persona.

Ma al suo interno, purtroppo, ci sono alcune persone che lavorano per distruggere», insiste Casalino.

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