Il Pd s'intesta la piazza: "Un nostro successo". Le sardine non abboccano

I manifestanti di Bologna avvisano i dem: «Non si approprino di noi, non siamo merce»

Il Pd s'intesta la piazza: "Un nostro successo". Le sardine non abboccano

Le «sardine» non ci stanno a essere fagocitate dal Pd. Promettono «grandi cose» in vista del comizio di Matteo Salvini domani a Modena. Ma la ripartenza dev'essere una conferma: si agisce «dal basso» e non dal piano nobile di Palazzo Re Enzo. Qui, ieri è andata in scena «Tutta un'altra storia», la convention dem a trazione Zingaretti, alla seconda giornata di lavori. Il Pd «riparte da qui», recita il volantino. «Un'appropriazione indebita della piazza di Bologna», secondo Martina, 30 anni, che dalla fontana del Nettuno osserva con sospetto delegati entrare e uscire. «Io in Piazza Maggiore c'ero, loro no». A un certo punto si esce soltanto, dal palazzo «dem», perché anche chi s'era registrato, come Francesca, semplice militante arrivata in treno da Ferrara, dopo le 15 è stato lasciato alla porta.

Giulia, Matteo, Andrea e Roberto, i leader delle «sardine» bolognesi, restano vigili su Facebook, pronti a dare il «la» via social per un bis di anti-salviniani, ignorando le sirene dem che continuano a elogiare la loro operazione. «Il Pd deve saper recepire la spinta della piazza e farla diventare forza politica», l'invito di Andrea Orlando dal «palazzo dem». Lo chiamano così, fuori: «Palazzo».

Dentro, i dem più giovani avvertono il rischio di un'operazione affiliazione potenzialmente boomerang: «È chiaro che se metti sulla piazza un bollino, molti si defilano, soprattutto quando è il Pd a farlo...».

Il segretario glissa: «C'è un futuro possibile contro la cultura dell'odio», dice Nicola Zingaretti. Nulla di più, per ora. Ma in Piazza Maggiore, più che entusiasmo per gli elogi, si respira la stizza di chi giovedì ha risposto alla chiamata di «quattro concittadini» e ora si sente tirare per la giacca «da quelli del Pd».

Il primo tweet per intestarsi il successo del flash mob anti-Salvini è della senatrice dem reggiana Vanna Iori, rilanciata su Twitter dal Pd nazionale: «Operazione sardine Pd riuscita a Bologna. Stefano Bonaccini è cuore spontaneo che riporta la gente in piazza». Quella di giovedì «era la piazza delle persone che noi stiamo provando a rappresentare», dice anche Paola De Micheli. Discussioni sul civismo delle «sardine», e ora si punta ad agglomerarle. Infatti «sono venuta a sentire se qualcuno qui si appropria dei nostri corpi come se fossimo merce, non siamo merce, né tantomeno merce di scambio», dice un'infiltrata tra i dem.

Altre «sardine» sono di fronte al palazzo della convention. In Sala Borsa, dove si studia, si parla già del possibile effetto ripicca. Le «sardine» non abboccano. «Ti dico la verità, credo che ci fossero più simpatizzanti del Pd vicino al Pala Dozza che non in piazza Maggiore», confessa Massimo, 23 anni. «Io c'ero, ma poi sono andato a manifestare contro Salvini al Pala Dozza».

Cosa accadrà domani? «Modena è un'altra cosa, Bologna ha risposto a un comune sentire che non ci sta ad accogliere la destra in città, ma lì in mezzo c'era un po' di tutto, compresi molti che alle ultime elezioni non hanno neppure votato», spiega Enzo, 28 anni.

Studenti, pensionati, gente normale: «Tutti a sfidare il freddo, rispondendo a un invito Facebook, poi il tam tam sotto i portici e via whatsapp. Nessuna chiamata di partito». Consapevole del caos, al Re Enzo, ieri Piero Fassino è entrato e uscito a testa bassa.

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