L a sinistra si aggrappa all'orso russo, che entra a zampa tesa nella campagna elettorale a colpi di propaganda invitando non solo gli italiani, ma tutti gli europei a punire nelle urne chi è contro Mosca per la guerra in Ucraina. Le provocazioni di Dmitri Medvedev, ex presidente russo, hanno scatenato una valanga di dichiarazioni contro il centro destra. Filippo Sensi, deputato Pd è arrivato addirittura a sostenere che il 25 settembre si vota «di qua o di là», pro o contro il Cremlino, come se fossimo in Russia. Il delirio sotto traccia dei politici di sinistra è che il centrodestra può vincere solo grazie allo zampino russo. Tanto che il leader del Pd Enrico Letta dice al Tg1 delle 20: «Tutti i partiti dicano no a quelle ingerenze». L'affondo era diretto a Matteo Salvini, il leader della Lega, che poco prima al Tg4 aveva dichiarato: «Voteranno gli italiani e non russi, cinesi ed eschimesi. All'estero possono dire quello che vogliono ma non mi interessa fare polemica col resto del mondo».
Ma la risposta più celere, secca e chiara era già arrivata da Stefania Craxi. «Da tempo Medvedev fa esternazioni di questo tipo, io credo che siano irricevibili, totalmente fuori luogo e segno di una personalità disturbata. Non meritano neanche una risposta» sostiene la presidente della commissione Eteri del Senato, di Forza Italia.
L'ex presidente aveva scritto su twitter che «vorremmo vedere come i cittadini europei non solo esprimano insoddisfazione per le azioni dei loro governi, ma dicano anche qualcosa di più comprensibile». Per il numero due del Consiglio di sicurezza russo «i voti degli elettori sono una potente leva di influenza». Il messaggio è che nelle urne i governi anti russi vengano chiamati «a rendere conto punendoli per la loro evidente stupidità». E poi il grezzo affondo contro «una democrazia di pazzi» che porta a «scaffali e frigoriferi vuoti e ad appartamenti freddi». Per non parlare di una velata minaccia: «L'inverno in compagnia della Russia è molto più caldo e confortevole di uno splendido isolamento con la stufa a gas spenta». Secondo Medvedev «dai tre quarti al 90 per cento dei cittadini dell'Ue non vuole partecipare alle ostilità dalla parte del regime di Kiev».
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, denuncia l'ingerenza di Mosca e invita «le forze politiche italiane a prendere le distanze in maniera netta dalla propaganda russa». Poi attacca Conte e la destra sul supposto «silenzio sul tetto al prezzo del gas» legato alle forniture russe, come se non fosse stato al governo con il leader grillino fino a poco fa.
«I tanti amici di Putin candidati in Parlamento cosa hanno da dire?» si chiede Piero Fassino, che dovrebbe conoscere bene le ingerenze russe fin dai tempi dei rubli di Mosca al Pci quando è entrato nella Federazione giovanile del partito comunista nel 1968.
Un altro alfiere che chiede addirittura una commissione d'inchiesta sui rapporti con la Russia è il sottosegretario agli Esteri ed esponente di Impegno civico Manlio Di Stefano. Forse si potrebbe allargare l'inchiesta al Venezuela, alleato di ferro di Mosca, quando il Di Stefano grillino strizzava l'occhio all'autocrate Maduro.
Il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani, ricorda un altro aspetto non indifferente: «Le accuse mosse dagli esponenti della sinistra nei confronti del centrodestra sono risibili quasi quanto le dichiarazioni di Medvedev». Il centrodestra è atlantista, ma «spiace non poter dire lo stesso dei partiti con cui il Pd ha deciso di allearsi e di sostenerne i candidati nei collegi uninominali». Il riferimento è alla sinistra di Nicola Fratoianni. Tutti in realtà hanno condannato l'invasione dell'Ucraina e preso le distanze dal nuovo zar, Vladimir Putin, a cominciare da Silvio Berlusconi, che si è detto più volte «deluso» dal presidente russo, Giorgia Meloni, ribadendo la linea atlantista e Matteo Salvini con la Lega che ha votato l'invio delle armi a Kiev.
In tempi di guerra nel cuore dell'Europa non ci possiamo stupire che i russi cerchino di intorbidire le acque.
Le dichiarazioni di Medvedev sono «grottesche» se pensano di spostare il voto a casa nostra, come ha dichiarato Adolfo Urso, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza. Però «è solo la punta dell'iceberg» spiega l'esponente di Fdi «perché l'Italia è tassello fondamentale della difesa occidentale e atlantica e quindi Paese target».
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