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Pd, Zingaretti nei guai. L'ira di donne e delusi

Per i sottosegretari il leader pensa a "quota rosa 100%". Idea Campidoglio per Gualtieri

Pd, Zingaretti nei guai. L'ira di donne e delusi

Due spine nel fianco del leader del Pd Nicola Zingaretti agitano il day after del governo Draghi: l'esclusione dalla compagine dell'esecutivo del ministro uscente dell'Economia Roberto Gualtieri e il caso delle quote rose (l'assenza di donne tra i ministri dem). Due casi scivolosi che rischiano di indebolire la traballante leadership di Zingaretti.

Nel partito crescono malumori e veleni. Sul caso delle donne, escluse dal governo Draghi, la toppa è peggio del buco. Zingaretti avrebbe intenzione di indicare nella lista dei sottosegretari che sarà consegnata al premier Mario Draghi tutte donne. Un risarcimento per chiudere la polemica che sta montando nelle ultime ore. Da Laura Boldrini a Debora Serracchiani: le donne dem mettono nel mirino il segretario. Parole di fuoco. Il leader corre ai ripari. Ma è un autogol. La scelta di Zingaretti di individuare per i ruoli di sottosegretari solo donne escluderebbe gli uscenti che hanno lavorato bene. Chiusa una falla, se ne apre un'altra. Un nome su tutti: Andrea Martella. Il sottosegretario all'Editoria in quota dem, molto apprezzato dal Quirinale, sarebbe tagliato fuori con la decisione di Zingaretti. E dunque una mossa che non chiuderebbe le polemiche. Nelle condizioni di Martella ce ne sono altri. Soluzione che non piace all'ex presidente della Camera: «Non basterà, dopo quanto accaduto, qualche posto da sottosegretaria. Non può bastare. Lo dico chiaramente: il Pd deve scardinare l'assetto delle correnti che schiaccia il protagonismo femminile e impedisce il rinnovamento».

Il segretario è in trappola. Da un lato, le donne dem incalzano. Dall'altro, i sottosegretari uscenti rischiano di essere costretti a lasciare l'incarico per un riequilibrio interno di genere. Sulle quote rose non c'è solo la partita per entrare al governo Draghi. C'è chi ora vuole rimettere in discussione i ruoli di vertice nel partito. Rosy Bindi auspica una guida rosa per il Pd.

«Se Andrea Orlando, nominato ministro del Lavoro, lascerà il posto da vicesegretario, spero arrivi una donna al suo posto» commenta Cecilia D'Elia, portavoce della conferenza nazionale delle donne del Partito democratico, a Radio Popolare. La portavoce incalza: «Che il partito si sia accorto che c'è un problema va benissimo, ma il tema non è un risarcimento su questi incarichi, è una riflessione più profonda, su come è fatto il partito democratico, su come ci guardano dall'esterno. In questi mesi in tante si sono mobilitate anche sul tema del Recovery e poco di questa mobilitazione si ritrova nei profili e nei numeri del governo».

Altra spina per Zingaretti è il caso Gualtieri: il leader dem ha provato fino all'ultimo di riconfermare nella compagine di governo il ministro dell'Economia uscente Roberto Gualtieri. Tentando anche un passaggio verso un altro dicastero. Nulla da fare. Gualtieri è l'escluso eccellente del governo Draghi. La sconfitta di Zingaretti. Anche in questo caso il leader del partito democratico offre un risarcimento: la candidatura sindaco di Roma. A quali condizioni? Zingaretti sogna l'intesa Pd-Cinque stelle sul nome dell'ex ministro dell'Economia. Con la mediazione di Giuseppe Conte. Bisognerà convincere Virginia Raggi al passo indietro. Ipotesi poco probabile. Il sindaco uscente di Roma è già in campo. Con o senza i Cinque stelle.

Gualtieri rischia una beffa bis.

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