Pensionato strangolato dentro casa: caccia al figlio

Paola Fucilieri

Milano All'inizio poteva sembrare una semplice stanza chiusa a chiave, anche se con gli stipiti della porta sigillati ermeticamente ai battenti con il silicone. La camera di un appartamento vuoto e troppo silenzioso in un palazzo centrale di Milano; un locale da cui proveniva un fetore persistente e sospetto, già indizio di qualcosa di sinistro celato dietro il muro qualunque di un ambiente domestico all'apparenza normalissimo. Indizi, sospetti, stranezze. I poliziotti delle «Volanti», che ieri mattina alla fine sono riusciti ad aprire quel locale maleodorante, nell'abitazione al secondo piano di uno stabile signorile del centrale e caotico corso XXII marzo, sapevano bene che rinvenirci all'interno un cadavere non era certo un'ipotesi remota e tanto meno così stravagante: gli elementi per fare una scoperta così macabra purtroppo c'erano tutti. Quel che probabilmente non immaginavano è che il corpo senza vita, in avanzato stato di decomposizione, fosse quello del padrone di casa. Si tratta di Guido Begatti, 69 anni, pensionato vedovo da quattro mesi, un figlio adottivo 31enne di origine cilena che al momento sarebbe disoccupato e di cui in casa non c'era traccia. Un vicino di casa dirà poi di aver notato il giovane uomo mentre stava uscendo dal palazzo, almeno 48 ore prima del ritrovamento del cadavere del padre.

Attorno al corpo - ricoperto da polvere di calcestruzzo come se qualcuno avesse avuto, almeno in un primo tempo, l'intenzione di cementificarlo per poi lasciar perdere - c'erano dei bigliettini con la data di nascita e quella di morte (indicata con lunedì scorso, 20 novembre) del morto, deceduto, - come poi spiegherà il medico legale, per strangolamento.

Il giallo ha cominciato a prendere corpo ieri alle 6. Quando una mail inviata dal figlio al veterinario di famiglia, esortava il professionista ad andare davanti all'appartamento del padre, a sollevare lo zerbino e a prendere una busta. All'interno, insieme alle chiavi di casa, c'era una lettera scritta a mano e non firmata nella quale si esortava il veterinario ad occuparsi del bassotto di casa, poi ritrovato in buone condizioni all'interno dell'appartamento.

Il veterinario, però, non è entrato ma ha deciso di lanciare l'allarme.

Com'è ovvio gli investigatori cercano il figlio adottivo del morto di cui non si sa più nulla. Per la squadra mobile è il secondo omicidio in cinque giorni, dopo il delitto di Marilena «Ella» Negri, la vedova 67enne uccisa nel quartiere di Affori.

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