Pensioni, il piano del governo: escludere 11 categorie da "quota 67"

Sul governo la spada di Damocle dell'innalzamento dell'età pensionabile. Se non decide deve accantonare 2,5 miliardi. Ecco il piano B

Pensioni, il piano del governo: escludere 11 categorie da "quota 67"

Il governo è seduto su una polveriera. Comunque si muova, c'è il rischio che salti in aria. Ancora una volta è il nodo delle pensioni, frutto anche dei pasticci fatti dall'ex ministro Elsa Fornero, a preoccupare la politica e gli italiani. "Ribadiamo da qui il nostro impegno per rivedere l'automatismo per l'aumento dell'età pensionabile". Venerdì scorso, aprendo la Conferenza programmatica di Portici, il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina aveva assicurato che l'esecutivo non intende rinviare a dopo il voto la decisione sull'innalzamento dell'età della pensione a 67 anni. Innalzamento che dovrebbe scattare nel 2019. "Non discutiamo il principio - ha detto - discutiamo le modalità. Serve gradualità. Perché non tutti i lavori sono uguali e non tutti i lavoratori hanno le stessa aspettativa di vita".

"Quando si lavora per tanti anni su un'impalcatura o in un laminatoio, è difficile arrivare a 82-83 anni: calibrare le aspettative di vita con il mestiere che si fa è un atto assolutamente di giustizia sociale. Quindi, abbiamo chiesto al governo di fermarsi e bloccare e sospendere lo scatto dell'aspettativa di vita". È l'appello sulle pensioni lanciato dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Cagliari per partecipare alla tavola rotonda "Il senso del lavoro umano e le sfide dell'innovazione" in occasione della 48esima Settimana sociale dei Cattolici italiani. Secondo il Corriere della Sera, il governo Gentiloni starebbe studiando un piano alternativo per bloccare l'aumento dell' età soltantoo a quei "lavoratori che svolgono le cosiddette attività gravose". "Sono undici categorie in tutto - si legge sul quotidiano di via Solferino - maestre di asilo nido e di scuola materna, infermieri che fanno i turni di notte, macchinisti, camionisti, gruisti, muratori, facchini, badanti di persone non autosufficienti, oltre agli addetti alle pulizie, alla raccolta dei rifiuti e alla concia delle pelli". Sono le stesse categorie usate per l'Ape social, l'anticipo pensionistico che permette di lasciare il lavoro prima del previsto.

La decisione non è così semplice. Perché, sebbene l'innalzamento dell'età satterà nel 2019, può avere pesanti ricadute già sulla legge di Bilancio che il parlamento dovrà votare nelle prossime settimane. Nella manovra il governo deve mettere nero su pianco i passi da fare nei prossimi tre anni e, nel caso in cui non dovesse decidere sulla cosiddetta "quota 67", dovrà obbligatoriamente mettere da parte le coperture economiche per un eventuale mancato aumento dell'età pensionabile. Si tratta, sempre secondo il Corriere della Sera, di circa 2,5 miliardi (euro più, euro meno) da mettere sul tavolo tra il 2019 e il 2020. Se, invece, dovesse escludere dalla "quota 67" soltanto le undici categorie già individuate per l'Ape social, il governo dovrebbe sborsare sì e no 100 milioni di euro. Il centrodestra, però, è pronto a dare battaglia.

"Hanno già cominciato a comprare Buoni del tesoro e Buoni del debito italiano - tuona il leader della Lega, Matteo Salvini, ospite dell'Intervista di Maria Latella su Sky Tg24 - perché se la sera delle elezioni si accorgono che sta vincendo il centrodestra cominceranno con la storia dello spread a vendere titoli di Stato, rischio default, rischio pensioni, quello che fecero nel 2011. Però - promette - noi diremo agli italiani che abbiamo le idee ben chiare su come portarli fuori da questa palude".

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