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Il "piano B" dei 5s: "Niente Rai? Allora andiamo dal Cav"

I parlamentari M5S hanno già trovato il modo di bypassare il boicottaggio di Conte nei confronti della Rai dopo il suo flop nelle trattative sui direttori dei tiggì

Il 'piano B' dei parlamentari M5S: "Niente Rai? Bene, allora da Berlusconi"

Beppe Conte ha fatto inc… tutti”. È questa la sintesi perfetta dell’umore che regna tra i parlamentari pentastellati dopo la conferenza stampa in cui l’ex premier ha annunciato che “il M5S non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico”.

“Sia l’Azzolina sia Bonafede erano furiosi. Ma tutti eravamo scioccati dalle dichiarazioni di Conte perché pensavano di essere tornati indietro al 2013”, spiega a ilGiornale.it un autorevole esponente del M5S che aggiunge: “Qui, invece di progredire, torniamo indietro”. E, infatti, nei corridoi di Montecitorio sono in tanti a esprimere il loro disappunto per questo nuovo divieto, ma c’è chi non vuol proprio rinunciare alle telecamere e non si dà per vinto. “Più di qualcuno ha detto: ‘Benissimo, non possiamo andare in Rai e allora andiamo da Berlusconi. È ovvio…”, ci rivela la nostra fonte che era presente ai vari conciliaboli tra parlamentari in cui si discuteva della nuova disfatta di Conte. La frase che circolava maggiormente, tra il serio e il faceto era appunto: “Vabbè, allora ci toccherà andare a Mediaset e lui non potrà dire nulla”. “Se non vai in Rai, è chiaro che o vai a Mediaset oppure a Sky o La7. Nessuno di noi, però, ha detto che non sarebbe mai andato da Berlusconi”, ci viene confidato, rigorosamente a taccuini chiusi. “Voglio proprio vedere se Vincenzo non va in televisione”, ci dice la nostra fonte riferendosi a Spadafora che è appena uscito con un’autobiografia che vorrà sicuramente pubblicizzare ancora in tivù. E, come ha già raccontato Il Giornale, sono vari gli esponenti pentastellati che ultimamente si sono dati alla scrittura.

Tra i parlamentari M5S, però, è nata una sorta di gara perché sono convinti che questo divieto avrà vita molto breve. “Stiamo scommettendo su quanto tempo durerà questo diktat, se pochi giorni o alcune settimane”, rivelano alcuni grillini ai cronisti. “La verità è che Conte ha gestito malissimo tutto. Nessuno sapeva niente. Neanche i nostri membri della commissione di vigilanza Rai sapevano com’era andata a finire la trattativa”, ci spiega la nostra fonte che siede alla Camera già dalla scorsa legislatura. Mentre Conte, tra virgolette, diceva: ‘Abbiamo provato a lottizzare, ma non ci siamo riusciti’, i suoi vicepresidenti alzavano il tiro dicendo: ‘Mai più lottizzazioni’. “In pratica, ora che lui non è riuscito a lottizzare, si lamenta. Ma arriva in ritardo”, dice la nostra fonte che aggiunge: “Se Conte avesse iniziato la battaglia contro la lottizzazione due mesi fa, sarebbe stato più credibile. E, invece, l’ha iniziata la sera in cui lo hanno inc…”. Una volta sconfitto, Conte ha chiamato tutti perché in conferenza stampa voleva avere il supporto dei parlamentari, ma non c’è stato. “Il capogruppo Crippa non era affatto d’accordo sul dire: ‘non andiamo più in Rai’. Ha provato a dire a Conte: ‘Ma siete seri?’ però non c’è stato nulla da fare”, è stata la ricostruzione di quelle ore concitate in cui il leader del M5S ha deciso di indire la conferenza stampa. “Il più gasato di tutti era Casalino che incitava Conte con frasi del tipo: ‘Sì, dai, meniamo’.

Diciamo che quella roba l’ha pompata lui”, ci viene detto da chi osserva: “Casalino ha sclerato perché voleva la riconferma di Carboni a cui scriveva e mandava i pizzini…”.

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